mercoledì 18 novembre 2015

Rispettoso silenzio

Kiave di lettura n° 157

"QUANDO TUTTE LE PAROLE" fanno fatica a seguire il percorso normale ti affidi ad un silenzio più o meno assoluto che immagini giusto ma soprattutto senti come unico possibile per quello che riesci a produrre. 
La tragedia di venerdì scorso a Parigi ha sconquassato tantissimi, non solo quindi le mie parole e la mia capacità di esprimerle. Ha provocato dolore e rabbia che ognuno poi ha riversato in quello che riteneva il migliore modo di esprimere, dall'urlo rabbioso alle parole di condoglianze, dalla caccia al colpevole al chiedersi "perchè?".
E' banale, ma neanche poi tanto, che il primo pensiero e la prima sensazione sia di dolore, di impotenza e di angoscia. Gli atti terroristici e disumani che hanno colpito la Francia o meglio tutta l'umanità, nascono proprio per creare terrore e paura e sicuramente venerdì tutti ci siamo sentiti meno sicuri, pensando che magari non in quel ristorante, quello stadio o quell teatro ma chi era al Petit Cambodge, allo Stade de France o al Bataclan stava passando un venerdì come ne abbiamo passati mille anche noi nelle nostre città/pizzerie/cinema/stadi.
La totale follia degli attentatori è pari solo alla loro totale programmazione ed al disinteresse delle proprie come delle altrui vite e questo non può che seminare panico perchè il loro messaggio non è "colpiamo l'evento / il luogo simbolo" ma "tutto è possibile" ed è normale a quel punto sentirsi totalmente indifesi, quello che loro vogliono. Naturale dire "non possiamo farci condizionare o facciamo il loro gioco" "non possiamo dargliela vinta", naturale e giusto, ma ora la ferita è ancora molto aperta e crea nodi alla gola ed allo stomaco.
La mia poco conoscenza della politica internazionale ed estera mi fa da sempre andare coi piedi di piombo su soluzioni possibili/auspicabili, così quando leggo di ricette miracolose e pronte mi viene sempre da chiedermi se sono io "ignorante" o se qualcun'altro invece dovrebbe riflettere un attimo in più.
Certamente domanda che non mi pongo di fronte a certi "ragli" o "versi" emessi da esseri che non andrebbero neanche presi in considerazione, invece, come se il momento non fosse già abbastanza drammatico, siamo anche costretti a sentire che il vicepresidente del Senato, vicepresidente del Senato, invoca una sorta di ingorgo di raid aerei sull'Isis e già me lo immagino venerdì sera, mentre tutto il mondo era attonito davanti alla tv o alla ricerca di informazioni in rete, aprire il suo Atlante e farsi venire il mal di testa chiedendosi "ma 'sto Isis dove lo trovo sulla cartina? A sud del Giappone o ad est del Brasile? Vediamo se trovo la capitale...". Oppure l'altro essere, noto esclusivamente per essere stato inserito in un monologo di Guzzanti, che dalle colonne del giornale fondato da Gramsci (giornale fondato da Gramsci) invoca isolamento e boicottaggio di......Emergency perchè "organizzazione politica antioccidentale mascherata da ospedale ambulante" e Gino Strada "un imbroglione che usa lavoro dei volontari per altri scopi", un po' come se Martufello chiedesse di boicottare le teorie di Einstein poichè poco intelligenti o Zio Paperone criticasse l'avidità ed il tornaconto personale dell'opera di Nelson Mandela. Non parlo neanche di chi, con ancora il numero delle vittime in progressione, già sgomitava per la visibilità e la voglia di attirare su di se qualche votuccio in più invocando stermini, chiusura di frontiere, incarcerazioni a vita, espulsioni, ecc ecc sia in Francia che in Italia tralasciando magari di aver governato in questo paese per decenni e dimostrando il loro livello, posizionato tra lo zero e lo zero assoluto, di cultura e dignità.
Non è nei loro confronti che mi viene da pormi quella domanda, ovvio; me lo chiedo di fronte a chi leggo essere sicuro che i raid francesi del giorno dopo in Siria siano l'unica soluzione e mi domando se si ricordano quelli in Iraq ed Afghanistan ed i risultati ottenuti, mi chiedo se chi dice che dobbiamo dare un segnale con i bombardamenti si sia chiesto se usare lo stesso metodo con le cellule dell'Isis europee, mi domando se chi invoca i confini chiusi a chiave si sia interrogato sul fatto che così facendo tiene nei propri confini chi in questo momento c'è e quindi anche gli esponenti dell'Isis, mi chiedo se chi invoca di rimandarli a casa loro ritenga valida questa ricetta anche per i terroristi di nazionalità francese/belga/europea.
Non ho risposte, ho però la convinzione da quando sono nato che la guerra non risolve, peggiora; che dopo una guerra ce n'è sempre un'altra; che le vittime innocenti sono innocenti in ogni punto del mondo. Sono terrorizzato e con un grande magone da venerdì ma come ritengo che non possiamo fare il loro gioco modificando la nostra vita in funzione del loro programma di terrore ritengo anche che "lo sterminio di massa" tanto invocato sia allo stesso modo fare il loro gioco, perchè oltre che ingiusto, salvo per i titolisti di quella specie di cosa che esce in edicola ogni giorno che sabato ha titolato in quella maniera ignobile, è semplicemente irrealizzabile e conseguentemente dannoso visto che porterebbe lo scontro proprio dove l'Isis vuole.
Non ho le soluzioni, ma dei Rambo da tastiera o da penna giornalaia e di quelli che invocano il piglio autoritario del Putin di turno (per tacere degli ignoranti nostalgici antistorici di sterminatori del passato) ho una sincera paura. Non avendo risposte continuo a leggere e cercare di capire dove sono le soluzioni possibili e fino ad oggi l'ho fatto in silenzio, perchè non riuscivo a coordinare bene un discorso che potesse "filare" e perchè mi sembrava abbastanza doveroso e rispettoso, nei confronti di Parigi, delle vittime, dei feriti, dei terrorizzati che pur se non toccati dagli attentati erano chiusi in casa o in fuga nelle strade della capitale francese alla ricerca di un posto più sicuro delle strade, dei familiari delle vittime, di chi non sapeva niente di amici o parenti.
Adesso invece sentivo la necessità di tirare fuori un po' di cose, probabilmente il discorso e questo post non fileranno neanche ora ma almeno il silenzio ed il rispetto sono riuscito a darlo, cosa evidentemente non così scontata.
Per tutti, comunque la si pensi e la si voglia vedere, consiglio di ascoltare le parole dei genitori di Valeria Solesin e quelle di Antoine Leiris, marito di una vittima del Batclan. Perchè cercando bene, parole e comportamenti pieni di dignità, da rispettare e da usare come modelli ci sono, così come le persone di cui andare fieri: Gino e Cecilia Strada ed ogni singolo volontario di Emergency.

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