domenica 3 gennaio 2016

La corsa a racconti

Kiave di lettura n° 164

Dopo il tappo un po' la lettura è ripartita, anche se la costanza nel riportarla sui post ha i suoi tempi e le sue scelte, così riparto dalle Kiave di lettura tutte da Katalogo con un libro particolare, un po' fuori dai mie canoni.
GIOVANNI STORTI e FRANZ ROSSI - "Corro perchè mia mamma mi picchia" - Mondadori Strade Blu
Come sempre gli accade, il regalo alternativo del Capo è arrivato anomalo per la scelta e quest'anno anche per la tipologia. Invece del "classico" romanzo o della classica storia descritta in vario modo, il libro è una sorta di raccolta di racconti (sapendo che non sono il genere preferito, come poteva non regalarmelo...) con la passione per correre come protagonista. Il titolo indica quindi sia la protagonista (corro) che lo stile ironico (perchè mia mamma mi picchia) ed averlo regalato ad un aspirante corridore la scelta non si può criticare. 
Le storie sono raccontate a quattro mani dai due autori, ognuno con il suo stile e la sua visione della corsa e dei "VECCHI E NUOVI DOLORI" e sorrisi che la stessa genera. Partendo dalla base di partenza dei vari racconti "io corro perchè mi piace l'inutilità della corsa" il libro mette insieme vari aspetti ed aneddoti portando alla ribalta paesaggi e luoghi dove gare o semplicemente corse degli autori hanno regalato spunti interessanti, tra quelli che mi hanno colpito "percorrevo il sentiero lungo valle che da Cogne risale verso il rifugio Sella" per ricordi di vacanze bolliniane dove a salvarci furono crema da sole e kway in ordine sparso e proprio mentre lo penso i due autori chiosano "la montagna insegna a far conto unicamente su stesso. Hai fame? Freddo? Dovevi portarti più cose nello zaino. Sei stanco? Dovevi fermarti prima". Ovviamente insegnamento estendibile non solo alla corsa e non solo alla montagna, un po' come "nessuna gara inizia sulla linea di partenza" motto di Gebrselassie. 
Nei principi ispiratori del gruppo di corsa descritto rivedo molto dei principi ispiratori che furono prima del Geppo e poi del Gruppo a Dopo versione più sedentaria, "ritrovarsi un paio di volte alla settimana con gli amici e, con la scusa dell'allenamento, passare qualche ora insieme spesso concluse con una pizza ed una birra (due..)". Da "la mia africa" a "l'arrancabirra" il libro passa in rassegna esperienze, storie e consigli per gli aspiranti corridori di tutti i generi: superamatoriali o con intenzioni di far sul serio; ogni capitolo è un racconto diverso per genere/scrittura e stile ed è intervallato da consigli veri e propri su possibili gare/sfide ed organizzazione di allenamenti e di quella che viene in pratica disegnata come il vangelo del corridore "la tabella".
Il libro scorre bene e l'ironia presente in grande quantità aiuta a smorzare il rischio "ripetitività" dei racconti con un solo argomento; in certi punti non è troppo distinguibile dove finisce una storia e ne comincia un'altra e il ritmo cala un po' come una corsa che un po' si appesantisce ed un po' si appiattisce. I "consigli di Giova" e le visioni ironicamente estreme lasciano un senso di divertimento nel testo che perde soltanto un filo di slancio con il passare dei capitoli, si finisce con un po' di affanno ma la corsa viene porta a termine nel giusto modo....
BIGNAMI: con alcuni rallentamenti e con il lato negativo di un libro a racconti, il libro è divertente e resiste bene nei diversi capitoli. Valutazione che non può essere eccelsa ma comunque è positiva diciamo 2,5/3 su cinque.....

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