kiave di lettura n° 178 |
Sono particolarmente contento di aggiungere questo libro allo scaffale della mia personale libreria, una Kiave di lettura con un libro dal sapore e dalla lettura doppiamente piacevole.
AA.VV. - "Repertorio dei matti della città di Roma - a cura di Paolo Nori" - Marcos Y Marcos
AA.VV. - "Repertorio dei matti della città di Roma - a cura di Paolo Nori" - Marcos Y Marcos
Come in parte anticipato un po' di tempo fa, aver "acquistato" un inviato speciale come quello romano, oltre a dare lustro a questo blog, ti permette, con nuove pubblicazioni e nuovi stili, di apprezzare anche quello "CHE NON CONOSCI.
Leggere le storie raccontate dai vari AA.VV. di questo libro è un calarsi in un realtà matta, o magari in una normale fantasia.
Il percorso del libro è facile da intuire leggendo il titolo, meno immediato riconoscere nel vario snodarsi dei racconti la giusta risposta "ma è un matto che tutti chiamano matto o un matto per tutti normale?". Quando leggi la folgorante verità dell'abitante del padiglione 16 "non puoi sapere quanto sia difficile per noi entrare fuori" e l'abbini alla drammatica esagerazione "c'erano decine di migliaia di persone che al grido di un uomo impettito "vincere e vinceremo!", esplosero in grida festanti" capisci che non è sempre facile distinguere il percorso dei racconti e soprattutto l'origine che li fanno appartenere ad una categoria piuttosto che ad un'altra. Dalle "trentottomila apparizioni di Mauro il disturbatore che non disturba" al battesimo della "via meglio di niente", dalla stanchezza di "un vecchio in San Pietro che sentendosi stanco rassegnò le dimissioni dal mestiere di Papa" a quello "sposato con Monica Bellucci ma quella zozza lo tradiva con suo padre e Gerry Scotti", fino ad arrivare a quel "A Cesar Gomez se c'hai 'na penna te faccio l'autografo" diverso da quel "siè semmai te lo fo io l'autografo" a Comotto solo per il diverso "dialetto".
E' un libro di racconti che si legge con il sorriso costante ed incollato, quello a bocca piena di una risata divertita a volte sostituito da un mezzo sorriso tra il toccato ed il riflessivo.
Un libro che fa riflettere e pensare al mondo che in molti di noi magari ignorano e che invece altri vivono ed a ragione non vedono per niente diverso da quello più frequente, perchè il termine normale è davvero osceno. 197 pagine che vi consiglio di leggere, magari usandolo come pillola da prendere qua e là quando il proprio "mondo quotidiano" ti fa dire "sono tutti matti, siamo tutti matti". Un gesto che vi consiglio, cliccate qui prendete la carta, digitate numeri e codice di sicurezza ed acquistate.
Ma nessuno però potrà avere la soddisfazione che ho io tutte le volte che apro la prima pagina e leggo quelle sei righe e quella firma qui di fianco.
Complimenti "inviato speciale" e.....tante care cose....
Leggere le storie raccontate dai vari AA.VV. di questo libro è un calarsi in un realtà matta, o magari in una normale fantasia.
Il percorso del libro è facile da intuire leggendo il titolo, meno immediato riconoscere nel vario snodarsi dei racconti la giusta risposta "ma è un matto che tutti chiamano matto o un matto per tutti normale?". Quando leggi la folgorante verità dell'abitante del padiglione 16 "non puoi sapere quanto sia difficile per noi entrare fuori" e l'abbini alla drammatica esagerazione "c'erano decine di migliaia di persone che al grido di un uomo impettito "vincere e vinceremo!", esplosero in grida festanti" capisci che non è sempre facile distinguere il percorso dei racconti e soprattutto l'origine che li fanno appartenere ad una categoria piuttosto che ad un'altra. Dalle "trentottomila apparizioni di Mauro il disturbatore che non disturba" al battesimo della "via meglio di niente", dalla stanchezza di "un vecchio in San Pietro che sentendosi stanco rassegnò le dimissioni dal mestiere di Papa" a quello "sposato con Monica Bellucci ma quella zozza lo tradiva con suo padre e Gerry Scotti", fino ad arrivare a quel "A Cesar Gomez se c'hai 'na penna te faccio l'autografo" diverso da quel "siè semmai te lo fo io l'autografo" a Comotto solo per il diverso "dialetto".
E' un libro di racconti che si legge con il sorriso costante ed incollato, quello a bocca piena di una risata divertita a volte sostituito da un mezzo sorriso tra il toccato ed il riflessivo.
Un libro che fa riflettere e pensare al mondo che in molti di noi magari ignorano e che invece altri vivono ed a ragione non vedono per niente diverso da quello più frequente, perchè il termine normale è davvero osceno. 197 pagine che vi consiglio di leggere, magari usandolo come pillola da prendere qua e là quando il proprio "mondo quotidiano" ti fa dire "sono tutti matti, siamo tutti matti". Un gesto che vi consiglio, cliccate qui prendete la carta, digitate numeri e codice di sicurezza ed acquistate.
Ma nessuno però potrà avere la soddisfazione che ho io tutte le volte che apro la prima pagina e leggo quelle sei righe e quella firma qui di fianco.
Complimenti "inviato speciale" e.....tante care cose....
da fb:
RispondiEliminaUno era quello che si firmava K... A Firenze ce ne saranno di belli di matti da raccontare, Mmm?
Andrea