giovedì 16 giugno 2016

Partendo da un poster

Leggendo violanews i giorni scorsi, clamorosamente mi si sono aperti vecchi files. Già condivisi, in maniera diretta ed espressa o in maniera indiretta facente parte di altre storie, ma che avevano una comune etichetta, quella dell' amarcord. Così mi è venuto spontaneo vedere cosa offriva la rete legato a quel ricordo e diverse immagini, "LEGGERE COME LE CANZONI" , mi sono passate sotto gli occhi fino ad una su cui non ho potuto non soffermarmi. Apro l'immagine e la riconosco, non senza un piccolo grande brivido
Guardo il poster qui accanto e lo rivedo attaccato nel mio "abbozzo" di cameretta e il mio sguardo orgoglioso per quei tre dieci nella sua pagella. Ma soprattutto rivedo la gioia nel momento in cui mi è stato recapitato insieme a quella foto, tipica da autografo, tanto in vigore negli anni 80.
Ma senza dubbio quello che rivedo è la faccia dell' uomo coi baffi che sorridente me la consegna. A noi che non avevamo telefonini, internet, computer o altro, poster e foto dei nostri idoli erano regali da far brillare gli occhi. Ricordo lo stupore e l'abbraccio successivo per chi, non abituato a comprare settimanali sportivi o chiedere foto, si era preoccupato di cercarli e....cosa infinitamente più grande...di farli autografare da quello che era l'idolo indiscusso. Quel "graffio" di pennarello nero sulla foto e sul poster, a ripensarci, ancora lascia il segno. "A Enzo con simpatia".
E quella frase di accompagnamento dell'uomo coi baffi "hai visto, c'è anche la dedica? Tutta per te". Ed io che non sapevo come ringraziarlo, per quelle due righe e quella firma che per me erano e valevano qualcosa di inestimabile. E quella frase "Goditi il tuo idolo, resterà sempre tale....è il tuo "primo amore"...ma non ti dimenticare che la bandiera resta Antonio" tanto per sottolineare categorie, livelli e soprattutto insegnarmi il concetto di riconoscenza. Ogni volta che rivedo o sento parlare di Passarella scatta qualcosa che mi collega a quel poster, quella foto, quel doppio autografo, quel paragone sotto la neve, ma soprattutto quell'aprile con quel quel gol alla Juventus e quel vaffanculo, quella partita (la prima "da solo") con l'Udinese e quella doppietta al Pisa all'ultima giornata per poi partire per Milano per un'altra maglia nello stesso mese in cui qualcun altro faceva un viaggio ben più lungo andando molto....più su. Ogni volta inconsciamente, quasi stupidamente, Passarella richiama ricordi che sembrano lontani e nascosti e che invece sono compagni continui di viaggio e così vivi da essere tangibili. Semplicemente partendo da un poster dell'Intrepido, che penso di non aver mai comprato in vita mia, ma che rappresenta un ricordo così unico da riconoscerlo come uno "di famiglia".

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