Kiave di lettura n° 226 |
Dall'ultima è passato un po' di tempo e soprattutto si sono modificati diversi elementi. L'ultima volta era un libro di un autore molto noto, oggi quello di un esordiente per il mio personale Katalogo. Quella scorsa era stata una battaglia anche se vinta, non stravinta, mentre questa vi anticipo che è una kiave di lettura ampiamente stravinta. Parlo di:
GIUSEPPE CATOZZELLA - "Non dirmi che hai paura" - Feltrinelli
La partenza è stata a sorpresa. Non tanto e non solo per la non conoscenza dell'autore e della storia, ma anche perchè ho acquistato questo libro "a scatola chiusa", con l'iniziativa che da un po' c'è in tutte le librerie Feltrinelli dove vengono messi su uno scaffale libri già impacchettati con solo poche righe di presentazione senza far apparire testo ed autore.
L'inizio è stato un po' tosto per inquadrare bene argomento ed ambiente, piano piano poi la scrittura ha aiutato ad entrare nel percorso e nelle vicende dei protagonisti o meglio della protagonista del racconto, Samia. La sua storia è reale e Catozzella si immerge nella sua vicenda, costruendo un racconto avvincente e toccante. In uno scenario niente affatto facile come quello di una Somalia scossa da armi ed attentati, una giovanissima ragazzina instaura un rapporto solidissimo e fraterno "la guerra non poteva toglierci l'unica cosa importante: quello che lui era per me e quello che io ero per lui" con un compagno di giochi prima e di allenamento poi con la figura dell'amatissima e quasi simbiotica sorella "ci siamo sempre addormentate mano nella mano, le teste che si toccavano. mentre la stringevo sentivo che a poco a poco la sua presa si faceva meno forte, più docile" a far da spalla solida per sogni e vita. Questi rapporti e la passione per la corsa portano Samia ad accrescere la fiducia nei propri mezzi atletici/sportivi tanto da sentire nascere in sé voglia e convinzione di poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino per poi puntare a vincere quelle successive di Londra "era la prima volta che lo dicevo eppure appena l'ho detto niente mi è sembrato più vero di quello".
La vita ed i suoi percorsi non lineari, accentuati dallo stato di povertà e terrore che sempre più occupa Mogadiscio, portano purtroppo la stessa Samia a veder allontanare il compagno di sogni Alì ed anche se il pensiero è quello che "legati per la vita da una parola, si rimane" in certi momenti certe assenze pesano di più "davanti a tutta la mia famiglia festante in mio onore, ho pianto perchè ero diventata grande e per la mancanza di Alì. La persona al mondo che più si era impegnata perchè vincessi le gare che quel giorno avevo vinto. E che non lo sapeva neppure".
La situazione ambientale, la fuga della sorella che la costringe alla solitudine, l'allenamento notturno ed accidentato le fanno maturare la voglia di seguire l'esperienza della stessa sorella e del suo tentativo di raggiungere l'Europa "il viaggio è una cosa che tutti noi abbiamo in testa fin da quando siamo nati". Samia prende coraggio, "la paura è un lusso della felicità", ed organizza il suo viaggio verso l'Europa per sperare di trovare il modo più consono per "TUTTO QUEL FUTURO DA GESTIRE" con le prospettive ed i sogni a cinque cerchi olimpici. Dal momento in cui la protagonista si mette in marcia, anche il libro la cambia, si fa paradossalmente più pesante per le difficoltà che incontrerà e più spedito nello stile narrativo. Samia vive km e giorni di un mondo che poteva aver solo vagamente immaginato con le sofferenze e le privazioni a cui "non ci pensi, pensi solo alla meta". Ed imparando un po' dal modo di Alì di rinchiudersi e raggiungere "il posto in cui nessuno poteva raggiungerlo. Il suo posto. Forse l'unico.", affronta il viaggio con l'obiettivo di non perdere mai di vista il risultato finale: Londra e le sue Olimpiadi. Catozzella entra nella vita di Samia quasi da cronista e fotografo, spiandola nelle sue emozioni ed amplificando i suoi sentimenti e le sue sensazioni. Corre l'autore con la sua penna, con un passo deciso come nei duecento metri dei sogni di Samia, corre e tiene attaccati alla storia, rendendola romanzo vero ed intenso fino al finale della storia, del libro e di quella splendida e romantica corsa.
BIGNAMI: da molto tempo non leggevo un libro così scritto bene, per il quale la definizione "davvero un gran bel libro" è perfetta. Passione, sofferenza, sogni, emozioni il tutto senza mai cadere nel patetico o nello scontato. Davvero un giudizio di cinque stelle (su cinque) STRAmeritato.
L'inizio è stato un po' tosto per inquadrare bene argomento ed ambiente, piano piano poi la scrittura ha aiutato ad entrare nel percorso e nelle vicende dei protagonisti o meglio della protagonista del racconto, Samia. La sua storia è reale e Catozzella si immerge nella sua vicenda, costruendo un racconto avvincente e toccante. In uno scenario niente affatto facile come quello di una Somalia scossa da armi ed attentati, una giovanissima ragazzina instaura un rapporto solidissimo e fraterno "la guerra non poteva toglierci l'unica cosa importante: quello che lui era per me e quello che io ero per lui" con un compagno di giochi prima e di allenamento poi con la figura dell'amatissima e quasi simbiotica sorella "ci siamo sempre addormentate mano nella mano, le teste che si toccavano. mentre la stringevo sentivo che a poco a poco la sua presa si faceva meno forte, più docile" a far da spalla solida per sogni e vita. Questi rapporti e la passione per la corsa portano Samia ad accrescere la fiducia nei propri mezzi atletici/sportivi tanto da sentire nascere in sé voglia e convinzione di poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino per poi puntare a vincere quelle successive di Londra "era la prima volta che lo dicevo eppure appena l'ho detto niente mi è sembrato più vero di quello".
La vita ed i suoi percorsi non lineari, accentuati dallo stato di povertà e terrore che sempre più occupa Mogadiscio, portano purtroppo la stessa Samia a veder allontanare il compagno di sogni Alì ed anche se il pensiero è quello che "legati per la vita da una parola, si rimane" in certi momenti certe assenze pesano di più "davanti a tutta la mia famiglia festante in mio onore, ho pianto perchè ero diventata grande e per la mancanza di Alì. La persona al mondo che più si era impegnata perchè vincessi le gare che quel giorno avevo vinto. E che non lo sapeva neppure".
La situazione ambientale, la fuga della sorella che la costringe alla solitudine, l'allenamento notturno ed accidentato le fanno maturare la voglia di seguire l'esperienza della stessa sorella e del suo tentativo di raggiungere l'Europa "il viaggio è una cosa che tutti noi abbiamo in testa fin da quando siamo nati". Samia prende coraggio, "la paura è un lusso della felicità", ed organizza il suo viaggio verso l'Europa per sperare di trovare il modo più consono per "TUTTO QUEL FUTURO DA GESTIRE" con le prospettive ed i sogni a cinque cerchi olimpici. Dal momento in cui la protagonista si mette in marcia, anche il libro la cambia, si fa paradossalmente più pesante per le difficoltà che incontrerà e più spedito nello stile narrativo. Samia vive km e giorni di un mondo che poteva aver solo vagamente immaginato con le sofferenze e le privazioni a cui "non ci pensi, pensi solo alla meta". Ed imparando un po' dal modo di Alì di rinchiudersi e raggiungere "il posto in cui nessuno poteva raggiungerlo. Il suo posto. Forse l'unico.", affronta il viaggio con l'obiettivo di non perdere mai di vista il risultato finale: Londra e le sue Olimpiadi. Catozzella entra nella vita di Samia quasi da cronista e fotografo, spiandola nelle sue emozioni ed amplificando i suoi sentimenti e le sue sensazioni. Corre l'autore con la sua penna, con un passo deciso come nei duecento metri dei sogni di Samia, corre e tiene attaccati alla storia, rendendola romanzo vero ed intenso fino al finale della storia, del libro e di quella splendida e romantica corsa.
BIGNAMI: da molto tempo non leggevo un libro così scritto bene, per il quale la definizione "davvero un gran bel libro" è perfetta. Passione, sofferenza, sogni, emozioni il tutto senza mai cadere nel patetico o nello scontato. Davvero un giudizio di cinque stelle (su cinque) STRAmeritato.
Nessun commento:
Posta un commento