sabato 8 febbraio 2020

Contesti e contenuti

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 374

Contesto e contenuto. Spesso si trovano abbinati in quelle che sono definite "le buone prassi" della comunicazione, ma non solo. In pratica, la rivisitazione ampliata del "non uscire fuori tema" della prof d'Italiano quando scrivevi i temi in classe.
In un paese legato clamorosamente alle cose futili ed alle polemiche su di esse, il Festival di Sanremo rappresenta una tappa fissa dell'italico calendario. Che venga più o meno ammesso, praticamente a tutti l'appuntamento ligure ricorda "LA CENA CANTANDO SANREMO" di tempi più o meno andati. Personalmente, non sono mai stato un appassionato del festival ma allo stesso tempo non ho nemmeno una posizione estranea a prescindere. 
Quello che invece ho da sempre trovato lontano dal senso della misura e della logica è la voglia di spettacolizzare e rendere una rassegna di una ventina canzoni come il "fatto del mese" ( o addirittura oltre). Fuori contesto rispetto al contenuto tanto per riprendere il mio incipit. 
Discussioni e censure di canzoni o parole, pretestuose prese di posizioni sugli organizzatori ed i loro remuneratissimi ingaggi, contenziosi politici sugli ospiti e gli artisti ma soprattutto un pieno continuo di polemicheTra quelle di quest'anno, più o meno costruita ad arte, quella che ha visto coinvolto lo stesso presentatore e la sua conferenza stampa pre-Festival. 
Sono state fortemente criticate infatti le continue definizioni basate quasi esclusivamente sulla bellezza delle co-conduttrici da parte di Amadeus. E non solo. Forti critiche anche e soprattutto all'esaltazione dello stesso direttore artistico delle doti delle sue colleghe di riuscire a stare accanto ad un uomo di successo, anzi "un passo indietro", si chiamasse lo sportivo di turno Valentino Rossi o Cristiano Ronaldo. Questo solo un esempio di quello che da sempre circonda il Festival, questo quello che non riesco a sostenere e che mi fa passare "un po' di sentimento". Come dicevo, trovo da sempre il tentativo di andare oltre le canzoni, messo in atto dai diversi organizzatori che si sono succeduti negli anni, fuori contesto
Per poi magari ricredermi. Cosa che è puntualmente accaduta questa settimana o meglio martedì quando Amadeus ha lasciato il palcoscenico alla "bella" (per rimanere in tema) Rula Jebreal
Con gli occhi puntati addosso vista la premessa e con la sempre puntuale presa di posizione politica ("non si può invitare una persona così schierata") di chi evidentemente non ha niente di più importante a cui pensare (e pensare spesso è un verbo fuori luogo) Rula aveva un compito difficilissimo. Quello di accendere la luce, ben oltre mezzanotte, su un argomento tanto importante quanto ostico da digerire. Per chi questo argomento non lo può credere ancora così attuale nel 2020 ma che invece lo è maledettamente sempre di più. Quello che mette al centro un vero e proprio incredibile dramma: la violenza sulle donne.
Più o meno ogni tre giorni una donna viene assassinata. Prendete una settimana. Ecco. Di questa ipotetica settimana, ogni ipotetico mercoledì ed ogni ipotetico sabato si tingono di rosso sangue e di nero lutto. Ogni ipotetica settimana, due donne uccise realmente. E per quelli che "prima gli italiani", proprio di Italia stiamo parlando non di chissà quale paese additato di scarsa considerazione del genere femminile. 
A questo dato vanno aggiunte le violenze non terminate in morte, le violenze psicologiche, gli abusi. Dati che sconvolgono. Che fanno sputare bile. Che dovrebbero portare ad una vera e propria mobilitazione. 
Con il peso di dover e voler "rappresentare" tutto questo. Con l'emozione del palco. Con il proprio vissuto familiare proprio in questo argomento, messo a disposizione della causa. Rula Jebreal ha dato una lezione enorme. A tutti. Di essere un passo non indietro, non avanti. Oltre. Oltre lo schifo, oltre la tragedia, oltre le polemiche. Ha aperto i cuori ed ha messo sale nelle ferite di chi questo argomento purtroppo lo conosce da vicino. Ma quel sale che stimolando le cicatrici mai totalmente chiuse, deve aiutare tutti a non perdere mai l'attenzione e la concentrazione su questo drammatico punto. “Questo è il momento che queste parole diventino realtà. Per farlo dobbiamo lottare e urlare da ogni palco, anche quando ci diranno che non è opportuno. Io sono diventata la donna che sono grazie a mia madre e mia figlia. Lo dobbiamo a loro, a tutte noi, a una mamma, una sorella, una vicina, agli uomini per bene, all'idea di civiltà e di uguaglianza, e a quella più bella, la libertà. Uomini, lasciateci essere quello che vogliamo, siete i nostri complici, indignatevi insieme a noi quando ci chiedono cosa abbiamo fatto per meritarci quello che abbiamo”.
E finalmente ho apprezzato il fuori contesto, perché ho sentito immensamente forte e centrato tutto il contenuto.

Nessun commento:

Posta un commento