sabato 18 luglio 2020

Particolari lockdown

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 397

A volte le coincidenze sono curiose. Anche quando non sono per niente divertenti. Per un rimbalzo di notizie social ieri mattina leggevo dell'ennesimo caso di femminicidio. La notizia arriva dalla provincia di Torino, dove un signore di 71 anni ha ucciso la compagna e poi si è sparato. Ennesimo drammatico caso di un tristissimo elenco che sembra interminabile, anzi lo è. Con ancora la notizia che non riusciva a lasciarmi, e con tutta la sua triste musica di accompagnamento "CHE NON SMETTE DI SUONARE"  nella mia testa, sono uscito per il pranzo. Per staccare da un'aria che si faceva pesante, mi sono fermato all'aperto in un parco vicino all'ufficio. Allungando lo sguardo ho notato una panchina vuota che a differenza delle altre (vuote anche esse) mi ha colpito per prima cosa per il suo colore. Poi per quello che ci ho letto sopra. Ed infine e soprattutto per il suo significato.
E' stato un pranzo diverso, non stento a dirlo. Ho messo in moto tutto quello che mi è capitato di leggere in questo periodo. Mi riferisco a quanto evidenziato dalle associazioni che si occupano di questo argomento che più volte hanno provato a far capire quanto fosse pericoloso il lock down per determinate situazioni familiari, purtroppo molto più di quelle che si possa anche solo ipotizzare. O che la logica farebbe immaginare in un paese civile nell'anno 2020. 
Invece, come purtroppo ben sappiamo, per molte donne mettersi al sicuro dal COVID stando a casa come negli # di moda e secondo le regole dei vari DPCM ha significato esporsi ad un pericolo forse ancora più grande. Quello, di fatto, di rinchiudersi senza via d'uscita con i propri aguzzini, perchè di quello si tratta. Sono state attivate possibilità alternative per denunciare violenze (la richiesta di una mascherina specifica in farmacia che significava richiesta di aiuto) e si è cercato di tenere viva ed alta l'attenzione. Non so se l'obiettivo è stato realizzato completamente, alcuni dati sembrano dire di no.
I numeri dicono che mentre tutti i reati sono in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti, i femminicidi no. Anzi, sono cresciuti. E come i freddi numeri aumentano, aumenta anche lo stato di disgusto e rabbia. Si stringe il cuore ferito. La memoria riporta a galla brutti ricordi. Alla bocca sale acido e vergogna. "Nemmeno con un fiore" sento spesso dire. Purtroppo solo dire perchè poi nei fatti resta costante la presenza di queste notizie che contengono morte e paura, quelle che attraversano le vite di tantissime donne, colpevoli solo del fatto di essere tali. "La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" recita quella panchina. Un rifugio che però fa sempre più male ed orrore e che gli incapaci e poveretti uomini in questione continuano a frequentare. Credendosi superiori padroni di vite altrui ed essendo in realtà assassini di vite, umanità e bellezza. 
Per loro il lockdown dovrebbe essere definitivo, in un posto da cui non poter uscire nemmeno con autocertificazione e condiviso solo con loro simili.

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