sabato 24 aprile 2021

Le priorità della zona gialla

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 433
Nella settimana in cui una notizia buca la cortina di ferro del "si parla solo di un argomento"...e forse era meglio continuare a parlare del COVID visto la notizia (clicca qui per leggere il mio parere sull'idea meravigliosa della Super Lega)...come ogni venerdì sono arrivate le decisioni per "stabilire i colori" per i prossimi sette giorni e l'attenzione è magicamente tornata lì. 
Sono scelte che aprono spiragli all'ottimismo o almeno sulla carta dovrebbero essere tali anche se basta guardare "COS'E' SUCCESSO DOVE" i colori si erano attenuati per non essere così sicuri. Parlo, ad esempio, della Sardegna che da unica regione ad essere tornata addirittura bianca qualche "venerdì" fa adesso è l'unica a rimanere rossa.
In previsione della riapertura stabilita per DPCM per lunedì, molte regioni (Toscana tra queste) tornano a vedere colorate di giallo i propri contorni. Per un profano come me la cosa che suona strana sono i numeri che sostanzialmente non mi sembrano così diversi ma che vengono analizzati in tutt'altra maniera. Mi pare che la rincorsa a veder attenuare il proprio colore di riferimento non abbia fino adesso portato a risultati così importanti, anzi. Ritengo anche che con queste "chiusure" deboli anche i colori più scuri non riescano a far diminuire i numeri pericolosi. Credo che fin quando il numero dei vaccinati non subirà un incremento serio e non continuerà ad essere un "buon proposito" del generale con la penna sul cappello la cosa non avrà miglioramenti davvero da sottolineare.
Nel frattempo nel mondo succedono cose, mentre si continua invece a parlare quasi esclusivamente di cosa aprire e quando ma soprattutto della fondamentale linea di confine dell'orario del coprifuoco estivo: "le ventidue è presto meglio le ventitre" "ma cosa? facciamo mezzanotte" "se distanziati anche le due" per un provvedimento che da qui al trentuno luglio subirà mille variazioni perché in uno stato di pandemia i provvedimenti a tre mesi sono impossibili anche solo da pensare.
Andando infatti oltre il problema delle lancette su cui impostare il rientro a casa nei mesi estivi, si trovano notizie che dovrebbero far puntare l'attenzione di tutti oltre che l'avviso suddetto.
Ad esempio l’ennesima strage di migranti al largo della Libia. Tragedia non nuova, annunciata e tenderei a dire “voluta”. Perché a forza di girare la testa dall’altra parte in pratica si è autorizzato quello che accade con costante ripetitività. 130 migranti per i quali non sono bastate 24 ore per intervenir, tanto è passato infatti dalla prima richiesta d'aiuto al ritrovamento di un naufragio "senza sopravvissuti"
Nessuna guardia costiera di nessun paese è intervenuta, nemmeno quella libica lodata dal presidente Draghi poche settimana fa per i suoi salvataggi. Quando si dice conoscere i fatti....e stravolgerli. Non solo non si fa niente ma si va a casa di quelli che colpevolmente sono responsabili di naufragi e partenze e si lodano per l'esatto opposto. Il colpo di genio c'è, va riconosciuto.
Così mentre tutti siamo impegnati a controllare se alle dieci del 30 luglio saremo o meno autorizzati ad essere a finire la nostra pizza al mare non troppo lontano da noi in ventiquattro ore nessuno ha mosso un dito per capire se si poteva salvare centotrenta vite. Ma in fondo lunedì si torna (quasi tutti) in zona gialla, di quella d'ombra dove vanno a fondo vite umane ce ne possiamo allegramente fottere.

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