#KdL - KIAVE di LETTURA n° 430 |
L'anno scorso la Pasqua arrivò abbastanza "alta" (definizione che fa molto figo riportare ma di cui ignoro il senso fino in fondo) trovando un paese (non solo il nostro ma tant'è...) in pieno regime di chiusura forzata. Fu la prima vera festa "stravolta" nelle sue abitudini e consuetudini con obblighi di isolamento molto rigidi. Purtroppo non è rimasto un caso isolato e tutte le altre festività che si sono succedute hanno avuto più o meno delle limitazioni fino ad arrivare, dopo "TUTTO QUESTO TEMPO", ai divieti di questi giorni per la seconda Pasqua da festeggiare cercando di convivere con il COVID.
Allargando il senso della sorpresa nell'uovo a qualcosa di positivo da trovare inaspettatamente come regalo, l'anno scorso l'unanimità della popolazione avrebbe certamente indicato nel vaccino per il virus quello che avrebbe voluto trovare nell'ipotetico uovo. Ed in qualche modo quella richiesta è stata esaudita. Con tempi record e meravigliando anche i tecnici del ramo, il vaccino è stato realizzato, anzi i vaccini. Ora, come l'anno scorso, probabilmente la richiesta unanime sarebbe quella di poter trovare come sorpresa la corretta gestione degli stessi ed un approvvigionamento costante. Ma qui pare che l'uovo debba fare uno sforzo ancora più grande di anno scorso per regalare la sorpresa sperata e voluta.
Sono ormai mesi che si sa che le persone da vaccinare sono un numero clamoroso mai azzardato prima. Si conosce dallo stesso tempo la necessità di andare per categorie e per priorità nell'eseguirlo alla popolazione. E' noto più o meno da quando il problema è emerso che dosi e consegne sarebbero stati ostacoli duri da affrontare. E magicamente ancora oggi i problemi sono tutti lì. Belli piazzati sul tavolo con qualche spostamento e qualche rimodellamento della questione generale ma immutati nella loro sostanza. Tutti sappiamo che da quella capacità di gestire o meno la vaccinazione a numeri elevati dipende la possibilità di riuscire a vedere davvero la luce in fondo a questo infinito tunnel. E senza dubbio conosciamo le difficoltà date da mille varianti e mille problematiche. Però.
I vaccinati sono aumentati? Si indubbiamente. Ma ci mancava solo diminuissero. Il punto resta un altro. Resta una programmazione ed una gestione che fa acqua da molte parti e lascia scoperti i nervi dati da categorie fragili e da fasce d'età che nonostante la loro priorità hanno coperture vaccinali tra il molto basse ed il bassissime (in alcuni casi ridicole). Per altre categorie, subito vicine a quelle prioritarie, il tutto è partito ma anche qui in molti casi ora le piattaforme di prenotazione, ora la mancanza di operatori, ora l'assenza di programmazione logistica hanno creato vari "tilt" e conseguenti ritardi incomprensibili. Per gli altri, tranne i soliti "furbetti del quartierino", inutile anche solo pensarci, avvicinando la speranza di esser vaccinati più o meno a quella di andare in pensione. Nel mezzo il solito marasma di informazioni disparate su gestioni sanitarie e provvedimenti di sostegno. Sentir chi deve organizzare e gestire il tutto iniziare ogni frase con "se ci danno i vaccini..." rigorosamente alternato con "vedrete che dal prossimo mese..." oppure con "ne faremo millemila al giorno..." che nemmeno l'ingegner Cane di MaiDireGol fa riflettere.....per non dire altro. Essere alla seconda Pasqua e dover ancora sperare nella sorpresa per una gestione come si deve, non fa più riflettere fa solo incazzare.
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