#KdL - KIAVE di LETTURA n° 515 |
Eppure la sosta lunga ed inconsueta del campionato in qualche modo mi dovrebbe aiutare a tenere a memoria la cosa, ed invece.
"QUANTO SON DIVERSI I TEMPI" in cui l'attesa dell'evento era notevole e mettevo a memoria gironi, orari delle partite e classifiche.
Certo il tempo passa e forse anche la passione di un tempo tende a calare in modo inversamente proporzionale allo scorrere degli anni. Ma altrettanto con certezza questo mondiale non aiuta a tener vivo l'entusiasmo: periodo dell'anno certamente per nulla logico ed orari complicati per una visione con continuità delle partite.
Il tutto viene condito, e non è solo un condimento, da un'organizzazione folle della manifestazione da parte della FIFA. Partendo dalla scelta del Paese ospitante, frutto di una decisione su cui aleggia dal momento dell'ufficialità un'aurea fatta e fitta di corruzione. Passando per una preparazione del torneo con la costruzione degli stadi immersa nel sangue delle morti di un numero di lavoratori infiniti e sconvolgenti. Arrivando ad un mondiale dove le manifestazioni di vicinanza alle minoranze discriminate sono vietate per legge e per complicità della stessa vergognosa FIFA.
Ma il punto non è tristemente quello. Il nodo principale è quello di non aver minimamente considerato dove si andavano ad organizzare i mondiali. In quale paese privo di rispetto per i diritti civili, i diritti dei lavoratori e la tutela delle minoranze. Non solo. Si è chiuso la porta alla richiesta di prendere atto che il mondo è cosa diversa e quindi può manifestare il proprio dissenso. Infine, male minore rispetto ai precedenti punti, per rincorrere i soldi e gli introiti (legali e forse non solo quelli) si è buttato nel cesso il senso sportivo delle stagioni calcistiche, rovinando la stagione di club ed il senso stesso dei mondiali.
Ma come sempre accanto a chi si accorge solo ora di questo scempio c'è anche chi queste cose le denuncia dal momento della scelta e nonostante questo non ha nemmeno il record di essere stato il primo. Nel 1994 infatti qualcosa di simile accadde contro la scelta della FIFA di esportare il calcio ed i mondiali negli USA piegando la salute di giocatori, costretti a giocare ad orari e temperature assurde per tenere in piedi gli ascolti europei o richiamati di urgenza per dare lustro all'evento. All'epoca si alzò una voce in tal senso. Netta e chiara. E come spesso accade lasciata isolata.
"Alla Fifa non hanno interesse né dei giocatori, né della loro salute, né del pallone in sé. Puntano ai soldi, costi quel che costi e questo è un pericoloso precedente" il succo di un discorso più articolato e complesso. Detto a petto in fuori, rischiando del proprio e diventando infatti vittima delle ritorsioni della stessa organizzazione. "Pagando di tasca" come si direbbe a Firenze. Uno che poteva tranquillamente accodarsi al silenzio accontentandosi della luce che a lui non sarebbe comunque mai mancata. Quella voce era quella di uno considerato "buono solo a giocare" e che invece aveva capito tutto. Come gli capitava in campo essendo stato il più grande di ogni tempo. Quanto ci manchi Diego. QUANTO.
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