sabato 25 marzo 2023

#VeritàEGiustiziaPerGiulio

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 532
Guardando ieri sera Propaganda ho avuto modo di ascoltare di nuovo le parole di Claudio e Paola Regeni e come mi capita ogni volta sono rimasto colpito in modo davvero particolare.
Ad oltre sette anni dalla morte del figlio Giulio, la loro presenza e le loro parole sono ancora tristemente necessarie. Perché la storia non è ancora arrivata alla fine e soprattutto perché quella #veritàpergiulio che porto anche io al polso non è neanche minimamente vicina.
Certo alcune cose sono adesso chiare: per giorni loro figlio è stato torturato ed ucciso, questa la verità. Ma quella completa potrà essere raggiunta solo ed esclusivamente se questa parte adesso chiara verrà giudicata e valutata in un processo. Con la successiva condanna dei colpevoli.
In questo adesso vogliono credere Claudio e Paola: in un processo. Per provare ad avere quella completa verità che è inseguita da quel 3 febbraio 2016 quando il corpo di Giulio è stato ritrovato. Richiesta ed obiettivo che negli anni è rimasta troppo spesso soltanto un'ambizione personale/familiare.
L'analisi di quanto i sei governi italiani che si sono alternati nei sette anni suddetti hanno fatto e non fatto, promesso e non realizzato, montato e smontato nei rapporti con il governo egiziano è stata un perfetto racconto di come e perché il carico di questa battaglia sia stato spesso, maledettamente troppo spesso, soltanto sulle loro spalle.
"Giulio è stato torturato ed ucciso. E da qua inizia il nostro essere genitori erranti per la ricerca di verità e giustizia." Così ha chiosato la mamma di Giulio definendo il loro ultimo settennato. "LA POLVERIERA SU CUI SEI SEDUTO" nessuno avrebbe potuto fotografarla meglio. "Parole precise come una freccia e taglienti come una lama" (cit.) che hanno fatto capire perfettamente quanto hanno dovuto accantonare il semplice dolore di genitori che hanno perso un figlio per trasformarlo in voglia di verità. Necessità di sapere. Dedizione alla ricerca di tutti gli elementi necessari a definire "perché".
Ed ogni volta a me si stringe il cuore. Come è successo con Ilaria Cucchi per suo fratello Stefano, con Patrizia Moretti per suo figlio Federico (Aldrovandi), con i parenti di Riccardo Magherini o quelli di Giuseppe Uva. Perché penso e provo ad immaginare come possa essere complicato operare quel salto mentale nel momento più difficile e doloroso. Non solo. Perché penso a come certi casi si sarebbero chiusi e sarebbero stati messi in archivio senza approfondire la verità e senza di conseguenza trovarla. Sarebbe bastato che i genitori di Regeni o quelli (con la sorella) di Cucchi si fossero arresi al dolore per far finire nell'oblio la drammatica storia di Giulio e Stefano
Per questo ogni volta che sento Claudio e Paola sento stringere lo stomaco ed ho il naturale istinto di accarezzarmi il braccialetto giallo al polso mentre vorrei solo abbracciarli. Per questo ho voglia, di nuovo, di scrivere di Giulio e di rilanciare la battaglia dei suoi genitori per avere finalmente #veritàperGiulio.

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