Oggi chiudeva a Mantova la mostra "Picasso. Poesia e Salvezza". Artista che ha declinato la sua arte in vari modi ed ognuno di questi è rappresentato appunto nell'evento che da settembre era organizzato a Palazzo Te. Sono infatti raccolte le sue opere da pittore, scultore, litografo e collocate in un ambiente fantastico come quello appunto della più importante villa della città lombarda. Colpiscono ovviamente i dipinti ma sono particolarmente interessanti anche i manoscritti e le illustrazioni per testi narrativi. "QUA ERA DIVERSO" il suo elemento di riconoscimento ma ugualmente unico e speciale come nel suo DNA.
Nelle opere raccolte scorre forte la strategia della metamorfosi che in molti pannelli è richiamata come percorso della sua vita e come elemento di riconoscimento della sua arte, sia per i diversi tipi di realizzazione del suo infinito estro sia per le diverse tipologie di opere.
Ovviamente non sono un critico d'arte, né un cultore della materia....ma neanche un esperto. Avevo solo la voglia di vedere questa mostra perché Picasso da sempre mi affascina proprio per il suo stile, la sua personalità, la capacità di illuminare con il suo modo di far vedere la bellezza o quella di preoccupare con il suo personale tratto di descrizione del male. Sono molto contento di aver seguito l'istinto perché pur essendo la mostra "ridotta" e solo una sorta di fotografia di una piccola parte della sua storia, questi elementi li ho ritrovati tutti. Dalla dolcezza di una donna distesa che legge alla mostruosità del minotauro, dalla rappresentazione personale di nudi a quella altrettanto singolare di bambini ed adolescenti. Il tutto poeticamente descritto dalle sue stesse parole "la lama del coltello brucia la ferita che il sospiro di questo pomeriggio che lavora a maglia avvolge con le sue gocce".
Come spesso faccio per i post di viaggi provo a racchiudere la mostra in cinque scatti.
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