sabato 29 agosto 2015

Esordio cinese

Kiave di lettura n° 146

Torna questa settimana una Kiave di lettura della categoria più frequente, quella che va ad incrementare il mio personale Katalogo di libri letti, per di più con un autore per me inedito.
HENNING MANKELL - "Il cinese" - Tascabili Marsilio
L'esordio di Mankell non si presentava tra i più facili, vista la dimensione da circa 600 pagine e quindi era ben presente il relativo timore di metterci una vita ad entrare nella nuova scrittura in assenza del tempo debito per la lettura continua. In effetti, a posteriori, la lettura forse avrei dovuto rimandarla ancora un po' e concentrarla nel periodo estivo/vacanziero visto il libro. Infatti la storia gialla (e non è una facile battuta alla Salvini per il titolo del libro....) non è semplicissima e solo dopo un bel po' di pagine riesce ad entrare completamente nella "testa" del lettore, che inizialmente almeno fatica un po' ad assimilare alcuni salti di racconto, intriganti ma anche non semplicissimi."Aveva comprato un rimario e pacchi di bozze erano chiusi a chiave in un cassetto della sua scrivania" la passione non propriamente abbinabile ad una giudice, protagonista del libro, me l'ha fatta sembrare subito un tipo simpatico forse per l'abbinamento ligabuiano "NELL'ALTRA TASCA IL TUO RIMARIO" o per conoscere bene il significato di avere chiuso nel cassetto alcune bozze. La giudice sarà coinvolta, involontariamente ma non solo, in una complicata storia o meglio indagine relativa ad una vera e propria strage avvenuta nel nord della Svezia; alcuni spunti che piano piano le compariranno davanti le indicano una via che non riesce a non seguire ed ovviamente per questo si troverà catapultato in un mondo più grande di lei con sfondi di muraglia cinese, di scippi più o meno voluti e di inseguimenti nei quali sarà protagonista più di quel che immagina. A far da sfondo a questa indagine, situazioni personali lasciate nell'ombra e che non emergono mai come storia principale ma che segnano caratteristiche e vicende della stessa Birgitta "non ricordava il sogno. Il suo paesaggio interiore abbandonato bruscamente, era completamente vuoto" così come le sue scelte "tenne tutto dentro di sè, una cicatrice che nessuno avrebbe potuto vedere" ed i tentativi di appigliarsi a solide rocce per non affondare "alla fine quel che ci rimane sono gli amici, l'ultimo baluardo che dobbiamo difendere" sapendo anche lei che "c'è sempre una fine. Ma in qualche modo ogni fine è un inizio". Alla fine il coinvolgimento arriva mentre inizialmente faticava a manifestarsi, il libro diventa pianopiano più scorrevole ed anche la trama più affascinante. Probabilmente non tra le valutazioni più alte per i gialli del mio Katalogo, ma comunque pienamente sufficiente, Mankell quindi promosso, diciamo con (quasi) tre stelle su cinque...
BIGNAMI: Il libro riesce a coinvolgere totalmente quando sono riuscito a dedicargli il giusto e dovuto tempo, sconsigliabile se il tempo ed il modo di leggerlo è poco. Trama che lascia in parte sospesi ma che non è mai troppo complicata, scrittura piena ma comunque mai esageratamente descrittiva. L'impatto con Mankell magari non è da colpo di fulmine ma è positivo, così come quindi si può catalogare questo regalo.

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