lunedì 16 maggio 2016

Domenica da TEN

Più o meno dall'anno scorso, con la mia spalla di una vita, ci eravamo dati appuntamento lungo le sponde dell'Arno per metterci alla prova con qualcosa di nuovo. All'inizio era solo un "si potrebbe" ma poi piano è diventata un obiettivo vero e proprio, tanto da tirare dentro anche altri malcapitati. Doveva essere pioggia e quindi addirittura corsa bagnata, ma è rimasto un doveva. Così la mattinata si è presentata luminosa e limpida, tanto che la magliettata doppia "fidati fa uscire il sudore" (io onestamente il sudore che rimane dentro devo ancora vederlo...) ha messo a rischio la sopportazione da rischio caldo. Eravamo lì e quasi sembrava non toccasse a noi, prima al bar a prendere il caffè ed a dire le solite scemenze, poi nelle foto contro/a favore vista/non vista Santa Croce, poi negli abbracci prepartenze e nell'apprezzare l'unica maglia senza la scritta perchè coperta dal pettorale, ed infine nella "regolazione" degli strumenti teNNologici mentre il giovincello della Palude era nel secondo blocco e ci regalava dieci minuti di vantaggio a noi vecchietti, annunciando "tanto vi ripiglio".
Sembrava non toccasse a noi, in quella fiumana gialla sui lungarni in attesa del via. Quando la marea si è mossa, la partenza è stata lenta, bloccata dai tanti che dovevano mettersi in moto, poi magicamente anche quelli davanti a noi si sono incamminati e solo in quel momento è stato chiaro che toccava davvero anche a noi. Dopo aver scansato il "fotografo suicida" e schivato "la variante coriandolo" ci siamo messi in moto, con il fantasista dei lungarni che più del caldo metteva a rischio il nostro fiato facendoci ridere proprio mentre il primo ponte era sotto i nostri piedi. Da lì il capitano con le lacrime agli occhi, ha richiamato all'ordine ed alla concentrazione e davvero la corsa è cominciata. Abbiamo affrontato l'inizio della salita per il Piazzale ognuno con il suo passo come ci eravamo detti prima della partenza. Per un po' ho visto il capitano ed il fantasista lì accanto e sentivo la presenza della spalla di una vita forte e sicura come sempre a coprirmi le spalle come accadeva a calcetto e come tutt'oggi sempre per ogni cosa, poi dall'altezza del semaforo per il Surf Ventura è cominciata davvero la mia DeejayTen.
Ho cercato nel cellulare una playlist adatta per il momento e solo lì mi sono accorto che non ne avevo fatta una per l'occasione, allora sono andato sul sicuro selezionando artista, scegliendo Liga e lasciando fare al random. Avevo bisogno di sicurezze, visto che il percorso era totalmente nuovo e mi sentivo di non essere così certo nel mio passo. Piano piano mi sono sciolto, ho trovato cadenza e ritmo giusto che ho cominciato passo dopo passo a riconoscere come il mio, con l'aggiunta della mia Firenze che mentre salivo verso il Piazzale ogni tanto faceva capolino alla mia destra. Il random ha iniziato con c'è sempre una canzone e mi pareva adatta per farmi capire che anche per quella giornata il ritmo giusto me lo poteva dare la musica;  "per caso o per fortuna" il passo si è disteso ed è diventato quello utile per farmi salire senza troppi affanni in mezzo a quel grande mare giallo che stava sudando come me, chissà se anche loro imprecando come il giovincello grossetano "vai in culo te e la magliettina sotto, tra un po' collasso dal cardo" in una sorta di zoo unico, lo stesso che Liga mandava a memoria nelle mie orecchie aprendo poi la strada a buonanotte all'italia, splendida canzone ma che non era esattamente quella che serviva per forzare il passo ma quella giusta per lodare "la bellezza senza navigatore" che piano piano stavo raggiungendo. Arrivati infatti alla vetta si è aperto il mondo, la più bella di tutte era lì e si mostrava nella sua splendida immagine da cartolina, immobile mentre intorno correvano quindicimila magliette. Sarebbe stata da foto e il giovincello quel selfie giustamente se l'è regalato, prima di continuare il percorso, che proseguiva comunque in salita anche dopo il piazzale, come annunciato dal fantasista che aveva provato il tracciato. Dopo poco però la strada comincia a scendere e quasi magicamente appaiono i sogni di r&r nel random proprio mentre si passa nel punto che ho già definito come uno dei miei scorci preferitiun sogno la visuale, un sogno poterla ammirare in quel modo.
"Guai a chi ci sveglia" ma per fortuna a risvegliarmi è l'area ristoro attorno ai 5km che con doppia razione di sali e acqua in aggiunta mi dà il nuovo sprint per ripartire di slancio e questa volta il cellulare mi aiuta facendo partire i ragazzi sono in giro e il suo ritmo mi porta di slancio ad affrontare la discesa ed a ritrovarmi a Porta Romana prima di quanto immagini, mentalmente penso che ci sono ancora i ponti da fare e non devo darla per finita. Intatti via Romana sembra più lunga del solito e i sali cominciano a finire i loro effetti anche se la gente accanto al percorso che ogni tanto applaude e sorride dà una carica diversa ma comunque importante. Scorre via Piazza Pitti ed arriva il primo del tris di ponti, IL ponte magico più che vecchio, impossibile da calcare in una corsa, visto il livello abituale di presenze turistiche. Il Bar Mario e "rombo che domani ripasserà" mi accompagnano nell'affrontarlo mentre la preziosa tifosa/reporter ci immortala nelle nostre prime (...o quasi...) espressioni di fatica, regalandoci i primi souvenir fotografici preziosi che poi ripeterà all'arrivo. Saltato il Ponte Vecchio ne arrivano altre due con in mezzo i lungarni a regalare un serpentone unico da brividi, che arriva alle stelle quando il random bastardo propone "per sempre" che non riesco a saltare ma chiaramente affatica la corsa o almeno la rende ancora più emozionante. Firenze è lì, magica più del solito, meno caotica dell'abituale anche se con tutta quella gente di corsa e meravigliosa da osservare, ferma da ammirare con gli occhi a cuoricino. Sembra impossibile, quei minuti di quella canzone sono e restano ancora oggi infiniti nella mente, la fatica aumenta e si mescolano con la bellezza della città del giglio, la potenza di questi km già macinati e l'emozione che quel "ce la faremo" finale della canzone spinge ai massimi. L'ultimo ponte apre l'obiettivo di piazza Repubblica che erroneamente battezzo come l'ultimo scalino prima dell'arrivo visto che non immagino, sbagliando, la passerella intorno al Duomo. Certamente un tocco finale di classe che però aumenta le sofferenze. Il muro del suono accompagna gli ultimi sforzi, gli applausi e le foto di giapponesi incuriositi e fiorentini divertiti fa da lancio all'ultimo sprint. Via Calzaioli è sì l'ultimo strappo "potrebbe fare selezione" "che selezione vuoi che faccia l'è a dù metri dalla fine" e gli ultimi sforzi hanno ormai l'arrivo a portata di gamba, il passo si allunga e si può cominciare a sorridere. I dubbi sul farcela che si erano manifestati prima del ristoro e appena visto l'obbligo del giro attorno al Duomo scompaiono, mi lancio con Liga che attacca il centro del mondo, passo sotto il traguardo e guardo il tempo.
57 e 12. Mi apro in un sorriso, non era la cosa principale il tempo ma vederlo sotto l'ora di ben tre minuti mi fa davvero contento e sentire tutti i muscoli ancora vivi ancora di più. Il sacchetto del ristoro è l'ultima tappa prima del ritrovo con il gruppo e lì, tra odori di soffritto misto, stanchezze infinite, arriva probabilmente il momento più bello. Quello che in un abbraccio infinito, in un ideale random accompagnato da sarà un bel souvenir, lanciato dalla spalla sicura di una vita e immortalato dalla sempre più preziosa tifosa/reporterevidenzia il senso infinito della giornata: "LA FORZA DELLA BANDA". Ci sono caviglie gonfie, ghiacci da mettere, macchine da recuperare, medaglie da apprezzare, "paradeejay" da ideare, tempi da guardare, battute da fare e continuare a proporre, temporali che sembrano in arrivo, birre da bere e panini da mangiare o meno, ma quello che resta come cosa principale è esattamente quella forza, quella banda e quel magico sfondo e scenario che ha fatto da panorama e protagonista di un corsa lunga 10 km e 57 minuti.
Permettetemi un PS. Quelli che vincono le medaglie che contano di solito le dedicano, ecco non mi sono così bevuto i'capo da pensare di essere in condizione di poter far dediche di quel tipo, ma io lo voglio fare ugualmente e la dedica va ai protagonisti di questa domenica da TEN, quei protagonisti che ho provato a descrivere in questo post proprio con un grassetto, un corsivo ed il colore viola. Nessuno me ne vorrà se una dedica ancora più speciale va a chi quel tagliando me l'ha fatto trovare in una busta e come spalla sicura di una vita non poteva certo mancare in una domenica del genere, come del resto, da sempre, non manca mai.

5 commenti:

  1. Una domenica indimenticabile per merito tuo e di tutto il gruppo a dopo, con questo post sarà ancora più indimenticabile.
    Caro il mio Amico Enzone sai emozionare e sei in grado sempre di far ritornare fuori dettagli che altrimenti andrebbero persi. Sei un inestimabile patrimonio di emozioni. A dopo con abbraccio al soffritto...

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  2. da wa:
    Sto leggendo coi brividi. Semplicemente Stupendo. Te e il post. Grazie, non ho parole sai emozionare come pochi...
    Chiamate un idraulico per le mie ghiandole lacrimali
    Maso

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  3. Da twt:
    io una Firenze così bella non l'avevo mai vista... Il merito è' soprattutto vostro.
    Chigio

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    1. Da twt:
      che banda di gente stupenda che siete! Con Firenze (e l'innominabile) a fare da cornice
      maso

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  4. da wa:
    Bellissimo post Enzo! Da leggere e rileggere, fa venire la pelle d'oca!...
    Comunque l'ila la un beve, la un corre, la un sa nemmeno fare le foto... io proprio un lo so!
    : - ))))
    Ovviamente scherzo, grazie di nuovo a tutti e anche alla preziosissima reporter che ci ha anche portato l'acqua alla fine... siete un gruppo di persone stupende e ringrazio di avervi come amici...
    enry

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