sabato 25 novembre 2017

Per giorni non uguali

Kiave di lettura n° 263
Ci sono giornate che ti toccano di più, anche se sono "battezzate" come la giornata di... e questa cosa non ti ha mai "esaltato" più di tanto. Ci sono pensieri infatti che quasi in automatico in ogni 25 novembre si accendono e diventano protagonisti. Arrivano e ti lasciano amaro in bocca e senso di vuoto misto a rabbia, per quella violenza fisica, mentale, psicologica, minacciosa, subdola, evidente, inconscia, mostrata ma soprattutto sempre SCHIFOSA
Pensieri e sensazioni protagonisti tanto da portarti a riflettere ed a dirti che se quei pensieri e quei sentimenti si accendono così forti ed intensi ogni volta, forse questa giornata "battezzata" è l'eccezione che conferma la regola e forse è giusto ribadirla questa giornata.
Trovare le parole giuste per provare a fotografare quei pensieri e quei sentimenti è dura e rischia di essere o sembrare banale.
Allora, cerco di non ripetermi troppo ed affido a parole scritte un po' di tempo fa che sono finite nei miei "Sogni di Tricolor". Non so se sono banali o ripetitive ma rileggendole oggi, queste parole riescono in qualche modo a fotografare parte delle sensazioni nate ed esplose oggi.
Ed allora "..per LEI, ma anche per un'altra LEI. E per tutte le altre. Non tutti i giorni sono uguali.." 
Capitolo (giornata) Ventisei - Senza di me 
colonna sonora: "Ho perso le parole"
“..da quando questa notizia è arrivata, ho vissuto questa settimana in assenza di spiegazioni e parole per un gesto così brutale e meschino, così impensabile e invece purtroppo così troppo e maledettamente frequente. È da far orrore il sol pensare che possa esistere qualcuno chiamato “uomo” come te, che possa compiere degli atti che non riesco a definire e che provocano rabbia, sdegno e conati di vomito. Un’aggressione di un vigliacco che aveva avuto la fortuna di avere uno spazio nella sua vita e che ha deciso di dimostrarsi in tutta la sua pochezza di essere violento rispetto ai sorrisi e al calore che Elena riesce a dare.
Sei bella che fai male, canta Liga, e adesso il pensiero di come ti ha ridotto chi merita di finire i suoi giorni in carcere, cara Elena, fa davvero male. Un fatto purtroppo che sembra “essere sempre molto lontano e di non poter toccare direttamente la propria vita, fin quando non arriva: un gesto insensato, meschino, improvviso e clamorosamente violento come solo la vigliaccheria e la violenza di un’ignobile mano maschile contro la dolcezza di un corpo femminile può essere.
Forse non servono parole a risolvere certe situazioni e forse non riesci nemmeno a trovarle, ma gesti anche simbolici ti danno l’illusione di poter essere d’aiuto...”

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