sabato 3 febbraio 2018

Case ed idee originali

Kiave di lettura n° 273
Dopo il salto nelle letture passate della scorsa settimana la Kiave di lettura settimanale torna a libri letti più recentemente e più nello specifico si dedica al terzo appuntamento del mio personale Katalogo per Chiara Gamberale ed il suo: 
CHIARA GAMBERALE - "Le luci nelle case degli altri" - Mondadori
I precedenti due "incontri" con la scrittrice avevano portato a risultati molto diversi: applausi convinti per "La zona cieca" e qualche dubbio a far capolino per "Quattro etti d'amore grazie".
Ho scelto di leggere "Le luci nelle case degli altri" perchè mi ha ispirato l'idea che sta alla base della storia, che spiata dalla quarta di copertina mi è sembrata curiosa ed originale. Leggendo poi il libro per molti tratti il "giudizio" d'impatto è stato confermato, per alcuni un po' meno. La storia parte da un lutto improvviso di una giovane donna (Maria) che lascia sola una bambina piccola (Mandorla). Nel condominio che la stessa amministrava, l'evento sconvolge le vite del palazzo, e le diverse storie delle varie "case" situate nel palazzo, cominciano ad intrecciarsi sempre di più, in una metodica descrizione, piano per piano. Nel percorso di quello che descrive la Gamberale ci sono vicende quotidiane con emozioni "...se siamo così felici che ce ne importa di farlo sapere a tutti..." problemi (vissuti in modo diverso ed affrontati in maniera ancor più diversa) "...i problemi mica si affrontano, no si scappa se ci sono dei problemi, anzi: si batte in ritirata.." raccontate con gli occhi di un'osservatrice attenta che esamina percorsi "...sono pochi i mezzi che abbiamo a disposizione per credere, quando le cose non cambiano, che non sia del tutto vero che sono cambiate..." e sentimenti che si mescolano "...non tutti gli amori son fatti per essere vissuti...". Il ricordo di Maria e del suo modo di sorridere "..da ridere non ci sarebbe niente se non fosse che è irrefrenabile l'allegria che sente dentro..." da intenso e personale si fa nuovo e sorprendente "...conoscere una persona secondo te significa sapere tutto, proprio tutto di lei?.." e mescola le storie "...se ti capita di non vedere niente di bello è naturale che te lo inventi...". La capacità della Gamberale è quella di raccontare gli intrecci senza perdere di vista il protagonista non scritto (Maria e la figlia) che riesce a far diventare protagonisti tutti gli inquilini del palazzo, un piano alla volta. Nell'amore totale verso la sua piccola Mandorla "...comportarti con lei come con la cosa più cara che non vorresti mai perdere...", che piano sarà condiviso da tutti gli abitanti del palazzo, è come se riuscisse a programmare il suo percorso futuro nonostante l'evento improvviso che la porta via da lei "...leggerai questa lettera quando ne avrai bisogno, così potrà farti bene come oggi sta facendo bene a me scriverla...". In alcuni momenti il libro sembra rallentare un po', quasi come se le descrizioni delle storie esagerassero un po' nel loro incidere e si finisse per "METTERCI TUTTO E FORSE STONARE DI BRUTTO". Il libro però nel suo insieme scorre e scorre bene, forte di quell'idea originale che mantiene fascino anche con il passare delle pagine, delle storie e dei piani del palazzo di Maria e Mandorla.
BIGNAMI: la terza personale puntata di Chiara Gamberale si piazza sostanzialmente come via di mezzo delle due precedenti e merita tre stelle e mezzo su cinque di valutazione.

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