Kiave di lettura n° 290 |
2018. Il tiro a segno. Contro un essere umano.
Rileggere.
2018, il tiro a segno, contro un essere umano.
Rileggere.
2018 il tiro a segno contro un essere umano.
Non riuscire a farsene un'idea. Non una ragione che è un passo ancora più avanti. Proprio un'idea. La storia di Sacko Soumayla lascia sbigottiti, senza parole. Prova a descriverla in modo molto chiaro e comprensibile Lucio Musolino con questo articolo (clicca qui per leggerlo). Ci riesce nella sua capacità di chiamare il tutto col suo nome. Non era un tentativo di furto, non era una minaccia di possibile violenza a qualcuno e quindi non era legittima difesa. E' stato un tiro al bersaglio contro una persona considerata non tale, ma considerata appunto un bersaglio mobile. Da mettere nel mirino di un fucile.
Il problema è che ormai ci stiamo abituando tutti, e troppo, a non meravigliarci più. "IL MONDO CHE TI DICE TU PENSA ALLA SALUTE" esclusivamente a quella tua e dei tuoi cari, ormai è la colonna sonora che ci accompagna, maledettamente tutti. Tanto da portarci a non far fare più di tanto caso a cose del genere. Un accompagnamento musicale che ci porta a non reagire. A non trovare disgusto, quello vero.
In fondo ci siamo "acclimatati" all'atmosfera che accetta la situazione in cui era Sacko e sono gli altri Sacko d'Italia. Ai margini, in baraccopoli, irrisi con paghe da vergogna, umiliati, considerati il problema, presi di mira. Bersagli. Ed allora il passaggio poi all'orribile tiro a segno è un passaggio "naturale" che può provocare qualche parola di circostanza, un po' di indignazione tanto per non sfigurare e poi la pagina si chiude senza interrogarsi più di tanto o veramente a fondo.
Calerà il silenzio come quello colpevole e stomachevole di tutte le istituzioni di questi giorni (interrotto dal presidente del consiglio tardivamente e un po' ipocritamente soltanto oggi). E magari i Sacko di turno verranno riproposti in prima pagina giusto quando qualche tizio annuncerà la "fine della loro pacchia" prima di giurare in giacca e cravatta da ministro o quando qualcun'altro si accorgerà delle condizioni orribili che sono "regalate" ad una parte di società/di mondo e magari chiederà anche conto di "cotanta magnanimità" nei loro confronti.
Nei confronti di essere umani che in fondo ogni giorno sono considerati solo e soltanto bersagli.
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