mercoledì 24 ottobre 2018

Cene da zero su tre

Giornata infinita tra orari stretti e calendario da ritmi serrati. Pausa ristretta all’osso e scelta della sosta come sempre azzeccata al distributore meno fornito di tutta la regione. Pomeriggio che copia la mattina raddoppiando ore e persone e quando è l’ora di partire, i km che  puoi fare non sono così tanti se non vuoi passare tutta la notte in macchina a cantare “SIAMO QUI, GIA’ LE QUATTRO E SIAMO” in autostrada. Devi pensare a dove fermarti e soprattutto farlo. Così la scelta obbligata ricade su un paesino del quale nemmeno la/il VAR riuscirá a stabilire l’appartenenza: Abruzzo o Molise (che pare esista davvero)? Con questo grande punto interrogativo, che toglie sonno e alimenta dubbi, viene fissata al volo una camera dai contorni ovviamente rossi intensi e dal benvenuto alla reception “ovviamente camera matrimoniale” della serie “ormai ci conosco da tutte le parti”.
Superato in scioltezza l’ostacolo corridoio con pavimento a specchio e scale di un colore nero/scuro/botola ci avventuriamo nella spettrale cittadina dove l’anima viva in giro più vicina è in provincia di trento. Così la ricerca di qualcuno che possa darci da mangiare non è agevolissima: chiuso, fallito (almeno dall’aspetto), in via di chiusura con puzzo di fritto da far collassare il fegato anche a due isolati di distanza e poi magicamente appare una luce e l’insegna ristorante. L’ora tarda e il dayafter nucleare in giro ci spinge ad entrare senza farsi troppe domande. E dentro di me sento una vocina urlare: ERROREEEEEEEEE!!!!! Ma ormai è troppo tardi. Proprietario pretenzioso e cameriere professorino ci aspettano e ci portano al tavolo, rigorosamente con rosa nel mezzo, tanto per confermare l’ “ovviamente” di cui sopra. All’apertura del menù capiamo che l’errore nell’entrare a scatoola chiusa avrà sicuramente implicazioni economiche dato che  il costo dell’antipasto è pari a quanto speso per tutto il pasto nella maggior parte delle serate delle gite premio.. Neanche il tempo di bestemmiare che il cameriere incalza. Menù di solo pesce e, per te che ne faresti a meno praticamente sempre, le bestemmie risalgono a gola come sei sicuro fará quel misto di acciughe e bottarga che ti tocca prendere. Il professorino fa il suo ruolo e ci spiega piatto, ordine di degustazione dei famosi “assaggi di benvenuto una sega” ed anche posata/“con le mani” con cui mangiarli, tanto che il dubbio “ora ci spiega anche la bottiglia di acqua panna” è legittimo e comune così come l’imperativo “guai a te se ordini qualcos’altro dopo” seguito da un “se ci si move magari si trova uno che ci fa un panino con una peroni da trequarti”, speranza che ben presto scopriremo essere utopia.
Purtroppo quindi i piatti sono ordinati/portati con la riverenza/spiegati e le dimensioni degli antipasti sarebbero da piangere se non arrivassero duegrissinidue ovviamente introdotti da un’adeguata spiegazione che si conclude con una sorte di made with “grano dei monti” che in fondo ti porta allegria, mista ad euforia per il loro posizionamento su una specie di leggio. Soffocare la risata alla venticinquesima spiegazione è roba difficile e per entrambi è seguita dal pensiero di tornare lì con adeguata compagnia per testare l’idea “così ti passa il ruzzo di spiegarci anche i tovaglioli”.
L’attesa era “posto alla buona, carne, relax” e pensando al fatto che il binomio di gestori passeggia nervosamente intorno al tavolo con 115 domande o spiegazioni e versando in continuazione la suddetta acqua Panna capisci che sei riuscito a fare un simpaticissimo zero su tre. Del conto non parlo perchè ci potrebbero essere minori alla lettura e la bestemmia a questo punto non la tratterrei. Conclude la serata la riflessione a due teste: sei in un posto disadattato e dimenticato da dio e dalle cartine geografiche, ma che cazzo c’avrai da tirartela così tanto da creare un posto del genere?!?
Son sempre (più) soddisfazioni.

5 - Avanti così...dell’attro?!?!

6 commenti:

  1. È inutile non ti si migliora, non erano fatti con "grano dei monti", ma bensì con del rarissimo e gustosissimo "grano d'alta quota". Se un'tu capisci la differenza unn'è mica colpa di cameriere.

    P.s: non sapremo mai di chi era l'alga

    RispondiElimina
  2. Ero troppo impegnato a seguire le indicazioni per mangiare la granita di cetriolo.

    Ps ti toccherà tornarci, con il gruppo particolarmente adatto di cui si parlava.

    RispondiElimina
  3. da fb:
    Mi sa che dopo sto giro ci tocca prendervi un regalo di nozze...������
    Iris

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si...lista di nozze in un alimentari peró...ho ancora fame..

      Elimina
  4. da fb:
    Hai fatto il post per farmi ingelosire ?!������
    Leo

    RispondiElimina