sabato 16 maggio 2020

Onere della prova

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 388

In un periodo in cui trovare buone notizie è sempre più una caccia al tesoro con pochi indizi, sabato scorso ne era arrivata una (clicca qui per leggere). Sembrava potesse esserlo per tutti. Sembrava potesse esserlo davvero visto che si parlava della liberazione di una ragazza di ventiquattro anni, rilasciata dopo diciotto mesi di prigionia.
Occasione ovviamente persa. Stranezze. Ma neanche poi più di tanto.
E' bastata qualche voce di corridoio sull'ipotetica somma pagata dal Governo per il suo rilascio per far alzare le solite parole strabordanti vergogna. Poi l'attenzione si è spostata sul rientro di Silvia e la sua "VOGLIA DI CASA VOGLIA ORA" salutata da commossi abbracci di chi la inseguiva nei propri sogni da oltre cinquecento giorni. Ma ovviamente non ci potevamo limitare a quello. Anche questo momento romantico e pieno di sentimenti è stato affiancato da chi ha visto nel suo abbigliamento e nelle sue scelte personali motivi validi per definirla "nuova terrorista", "fiancheggiatrice", "venduta". E non solo dietro l'account anonimo di un social o dalla prima pagina dei soliti giornali "boni manco per incartarci il pesce guasto" ma da uno scranno del Parlamento italiano. Anche in questo caso "bono manco per buttarci il pesce guasto" lo scranno e chi lo occupava. Ennesima conferma che il tormentone "questo periodo permetterà a tutti di migliorare" verrà ricordato come una delle più grandi fake-news di questo periodo.  
Ma non solo. Questo splendido clima ha portato alla creazione artistica di altre illuminate teorie come la richiesta di arresto per la stessa Silvia Romano (per concorso esterno in associazione terroristica), prodotta da un signore di cui mi vergogno anche a fare il nome a differenza di chi da circa trent'anni ce lo propina in ogni salsa ed in tutte le trasmissioni con la motivazione "eh ma come spiega l'arte lui...". Per finire con tutti quelli che hanno visto bene di passare dai commenti alle minacce o peggio ancora ai cocci di vetro, rendendo necessaria la valutazione da parte di chi di dovere della necessità o meno di una protezione per la stessa ragazza. Salvata dai biechi ed incivili rapitori islamici per essere riportata nel suo democratico Paese......dove per tutelarla dai civili connazionali si valuta se sia il caso di metterla sotto scorta.
Ed è più o meno qui che si è fatto strada in me una piccola reminiscenza scolastica del tempo che fu. Ho sentito il mio piccolo neurone abbandonato che cercava tra i file di archivio giuridico il concetto di "inversione dell'onere della prova". Un po' come se a doversi scusare della prigionia fosse proprio Silvia Romano, così come delle sue scelte durante il rapimento. Di fondo infatti riecheggia quella frase non detta ma sottintesa "in fondo...se l'è un po' cercata...". Vergognosamente abusata per le donne con le gonne considerate troppo corte o per le scollature definite troppo provocanti. Oppure per quelle che denunciano ex e stalker per molestie.  Oppure per chi denuncia (più o meno formalmente) segnali di violenza di genere a vario livello.
Per tutte quelle donne che troppe volte vengono "accolte" da quel sorrisetto che dice "beh, se lui si comporta così...in fondo in fondo qualche ragione deve pur averla..." e che quasi sempre è sulla bocca di uomini che ritengono di essere illuminati e che invece danno vita al peggior qualunquismo sessista e violento.
Per Silvia la frase è stata declinata sulla scelta della sua attività in Kenya, per il suo vestito al ritorno, per le sue scelte personali. Scavando ed inventando particolari e segreti quando ancora era sulla scaletta di quell'aereo che la riportava finalmente ad abbracciare la sua famiglia. Pochi giorni fa ha scritto "vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi, il peggio per me è passato. Godiamoci questo momento insieme". Silvia continua a mantenere il suo stile ed a cullare i suoi sogni declinandoli anche in aspetti (il peggio che è passato) che dovrebbero essere "banali". Ma che tragicamente diventano, anche questi, tutti da conquistare. Ci proveremo Silvia a non arrabbiarci ma non so se sia la scelta giusta. "Ad uno stronzo devi dirgli stronzo, non puoi dirgli sciocchino o si monta la testa" (cit).

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