sabato 23 maggio 2020

Piccoli passi...subito contestati...

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 389

Si comincia la settimana del "riapriamo tutto" con una notizia che trasuda ottimismo per questo nuovo modo di lavorare che l'emergenza Covid ha imposto un po' a tutti. 
Nell'ottica del "questo periodo deve essere un modo per farci capire qualcosa e per farci migliorare" la notizia che meglio rappresenta questo nuovo stile arriva da Terracina. Protagonista un operaio indiano. La sua vicenda parte dalla richiesta al proprio datore di lavoro di una mascherina per svolgere il proprio lavoro. Ed arriva come prima risposta un licenziamento per un'evidente incompatibilità ed insensibilità rispetto al momento di difficoltà della sua azienda nel periodo di emergenza e come conclusione un'aggressione avendo "osato" chiedere il saldo del suo stipendio arretrato. 
Scenario della storia un'azienda agricola dove è stato accertato poi che le condizioni di lavoro fossero molto più pericolose del virus del Covid. Dodici ore al giorno di turno, quattro euro l'ora la paga, nessuna previsione di tutele contrattuali e pagamenti "a gusto" del datore di lavoro.  In una situazione del genere, la richiesta della mascherina per svolgere al meglio il proprio lavoro e rispettare la salute di tutti deve essere stata considerata proprio come un privilegio "ESAGERATO PROPRIO IMPOSSIBILE". Comprensibilmente
Mentre leggevo questa notizia ho ripensato alla presentazione delle novità introdotte dal DPCM in tema di lavoro e regolarizzazione. Mi sono venute in mente le parole della ministra Bellanova che annunciava il successo della sanatoria (...parziale...) di lavoratori sommersi e/o irregolari. Un provvedimento contestato da molti e che anche per me non corrisponde ad un qualcosa di cui andare totalmente fieri e per il quale festeggiare. Ma per motivi opposti rispetto a quelli gridati ed urlati dalla sempre elegantissima (mi riferisco esclusivamente ai modi ed alle espressioni) Giorgia Meloni ed al sempre efficace (mi riferisco esclusivamente....a tutto quello a cui c'è da riferirsi) Matteo Salvini. Ritengo infatti che gridare al successo per una regolarizzazione, in tempi di pandemia mondiale, parziale nei tempi e nella tipologia/numero di lavoratori non possa essere considerato un successo in nessun territorio di una nazione civile. Ma capisco che rispetto al niente assoluto esistente, per una donna che ha fatto da sempre della lotta per la tutela di chi lavora il suo credo e che ha vissuto sulla propria pelle l'interpretazione della parola "diritti dei lavoratori", ottenere un riconoscimento del genere abbia portato emozione e commozione. Lo dico senza voler "tirare la volata" a Teresa Bellanova che non posso dire di conoscere così bene e soprattutto senza volermi schierare politicamente essendo distante anni luce dal suo attuale partito di riferimento (per non parlare del suo leader). Lo dico perchè nelle sue lacrime si è voluto vedere (specie da chi ha il quoziente intellettivo pari alle percentuali di realizzazioni del Tanque Silva in maglia viola) qualcosa legato all'evidenziare un successo politico (sigh...) oppure ad una debolezza femminile (RIsigh...) o al vedere solo l'interesse di stranieri irregolari a scapito degli italiani (STRAsigh...). Ed invece dovevano essere interpretate solo come un "finalmente qualcosa si muove" e la contestazione che semmai si poteva muovere era quella che ho sentito fare a Don Ciotti, fondatore di Libera "a furia di mediazioni politiche viene mortificato il diritto e la giustizia....quello realizzato è certamente un passo avanti...ma solo un passo...visto che la sanatoria esclude una buona parte di chi deve essere fatto emergere....questo percorso deve essere una conquista di civiltà per tutti....dobbiamo alzare la voce quando in molti scelgono prudenti silenzio...è nostro dovere e nostra precisa responsabilità..".
Fin quando non realizzeremo che i piccoli passi civili per i più deboli vanno nella direzione di una strada più accogliente per tutti non ci evolveremo mai davvero, restando recintati in piccoli orticelli che piano piano non saranno più così verdi. Ed evidentemente il Covid non è servito a farcelo capire.

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