#KdL - KIAVE di LETTURA n° 401 |
Questa sensazione è esplosa prepotente quando ho letto una notizia qualche giorno fa sui siti di cronaca fiorentina. O meglio più che una notizia, un appello.
A farlo è stata la famiglia Magherini, nello specifico Andrea che chiedeva aiuto e/o testimonianze sulla sparizione di un tabernacolo. Quello dedicato al fratello Riccardo che fino a qualche giorno fa era affisso in Borgo San Frediano e che qualcuno ha avuto la viltà di rubare o far sparire, poco conta. "IN MEZZO A TUTTE LE PAROLE" che mi vengono alla mente per definire questa storia (e tutte hanno i colori accessi delle imprecazioni e della volgarità) c'è soprattutto la stessa amara riflessione "anche questa devono sopportare.." che mi accompagna quando storie come quelle di Riccardo riprendono la scena, purtroppo quasi sempre per peggiorare una situazione già drammaticamente provata dal lutto che sta alla base.
Esattamente sei anni e mezzo fa la vita della famiglia Magherini veniva drammaticamente sconvolta da un evento tragico e rimasto ancora con un milione di punti interrogativi. Protagonista un uomo di quasi quarant'anni sconvolto forse da un attacco di panico e/o forse da sostanze stupefacenti/alcoliche, sicuramente agitato e molto probabilmente fuori controllo. I carabinieri, sollecitati da una richiesta telefonica, intervengono. Lo immobilizzano ma qualcosa non va come dovrebbe. Testimonianze di presenti parlano di calci a Riccardo già in terra, di suoi urli "sto soffocando", di carabinieri che lo tengono a terra schiacciandolo con il peso del proprio corpo. Quello che è certo è che Riky dopo pochi minuti moriva per arresto cardiaco agevolato da asfissia posturale. I processi successivi di primo e secondo grado avevano condannato i carabinieri ritenendoli responsabili poi è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione che ha stravolto tutto ed assolto gli imputati. Provocando incredulità rabbia e stupore nella famiglia ed anche nelle associazione dei diritti umani (Amnesty International), tanto che contro la decisione è stato fatto un ricorso alla corte di Strasburgo.
Dopo la vicenda drammatica della morte di Riccardo per la famiglia era quindi arrivato il secondo forte dolore della sentenza che sostanzialmente stabiliva che il loro amato Riky era morto "senza colpevoli". Non oso pensare a cosa possa aver significato sentire questa conclusione per un genitore, un fratello o cosa significherà per il piccolo Brando quando crescendo lo capirà.
Adesso l'ennesimo colpo da assorbire. Certamente meno importante dei due precedenti, soprattutto il primo di quella tragica notte, ma completamente ingiusto. Quel tabernacolo rappresentava uno dei ricordi di Riccardo e della sua storia in quella tragica notte. Era un piccolo modo per lasciare una minuscola traccia del percorso che con fatica sta facendo chi vuole che questa storia non sia dimenticata. Chi l'ha fatto sparire è vergognosamente vigliacco ed oltremodo perfido nei confronti di questa testimonianza. La famiglia di Riccardo Magherini supererà ovviamente anche questa ma non meritava ulteriore sale sulle ferite ancora aperte. Ed allora è giusto ricordare per evitare altre "sparizioni" ben più pericolose. Per Riky e la sua famiglia: perché sia fatta giustizia e per mantenere alta l'attenzione sulla sua vicenda. Questo post nel suo piccolo ha questo significato.
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