#KdL - KIAVE di LETTURA n° 440 |
Ormai sembra diventata una triste abitudine da "esportare" nei vari argomenti di attualità. E' diventata una costante infatti la classica analisi con relativo giudizio definitivo dei vari esperti di tutto lo scibile umano che arriva puntuale dopo circa quindici secondi da qualsiasi evento.
Che si tratti di strumentazione tecnica come quella del sistema frenante della funivia o delle conseguenze di un vaccino piuttosto che di un altro, sembra che praticamente tutti abbiano conoscenze così ampie e profonde da poter giudicare senza il minimo rischio di errore. Gli esempi non sono purtroppo casuali ma indicano che la capacità di giudizio e la sicurezza dello stesso non si ferma neanche di fronte a lutti e/o tragedie.
E' drammaticamente di questi giorni infatti la notizia del decesso di una ragazza di appena diciotto anni, Camilla Canepa, che circa una quindicina di giorni fa si era vaccinata. Al momento i dati in possesso di tutti sono questi, correlazione tra vaccinazione ed il suo decesso sono da appurare e soprattutto da mettere in fila. Sono emerse infatti situazioni cliniche della ragazza che dovrebbero invitare tutti alla prudenza sulla situazione. "LA VOLTA CHE ERA SCRITTO" un qualsiasi giudizio o un uso strumentale dell'evento non doveva essere questa. Ed invece.
Lo schieramento in fazioni è ovviamente partito. La suddivisione tra provax, novax, noFigliuolo, proFigliuolo, noAstraZeneca, proAstraZeneca e mille altre derivazioni si è subito mobilitata in una sorta di guerra di "cosiddette ragioni", che di ragioni purtroppo ne hanno ben poche.
Certo qualcuno dovrà spiegare alcune cose, anzi diverse.
Se la ragazza soffriva di malattie o aveva in corso delle cure per patologie particolari e non sono state adeguatamente valutate dovrà essere individuato il responsabile o i responsabili. Così come una riflessione generale andrà fatta su come certe/molte/quasi tutte le anamnesi sono state realizzate prima di far accedere gli utenti ai vaccini. Allo stesso modo chi ha gestito i sintomi di Camilla nei due ricoveri ospedalieri post vaccino dovrà essere valutato attentamente nel suo operato e nelle azioni che ne sono conseguite.
Più in generale salta agli occhi qualcosa di poco logico nella possibilità data ad una ragazza come Camilla di vaccinarsi proprio con quel tipo di vaccino. Che la somministrazione infatti del vaccino AstraZeneca fosse fortemente sconsigliato ad una certa categoria di persone sotto una certa età (donne sotto una soglia di 60/50/40 anni ancora l'età non si è ben capita) era noto ed allora anche in questo caso dovrà essere individuato bene chi si è assunto la responsabilità di aprire un open-day vaccinale generale proprio con AZ.
Lo scrivo senza avere una posizione legata a nessuna delle fazioni che si stanno scatenando in questi giorni. Penso solo che proprio per dare risposta a Camilla, a chi le voleva bene ed a tutti noi sarebbe giusta un'analisi attenta di tutti gli elementi. Seria, precisa, circostanziata. E successivamente una risposta completa con i relativi provvedimenti. Sarebbe niente in confronto alla vita che purtroppo non c'è più ma anche per il suo ricordo ed in suo onore potrebbe rappresentare un piccolo segnale pur tragicamente tardivo. Il segno che i fatti son stati analizzati e si è trovato motivazioni e responsabilità. Cosa che sembra impossibile da realizzare, per questo ancora più necessaria.
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