lunedì 1 novembre 2021

Temporali e reali interessi

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 459
Arriva la fine di ottobre e come natura vuole il tempo diventa un po' più grigio. Un po' meno naturalmente come ogni anno "LA SPONDA DI GHIAIA ALLA PRIMA ALLUVIONE VA GIU'" ed al solito la cronaca italiana è piena di immagini e commozioni sulle tragedie sfiorate ed arrivate. Disagi, danni, città sommerse.
Ma quest'anno qualcosa in più è "finito sott'acqua". La logica. La decenza. Il buon gusto. Anche in questo caso in realtà non è purtroppo cosa nuova. Tutt'altro. Ma la concomitanza con i primi tempi temporali e le prime alluvioni stagionali colpiscono. Come per le tragedie atmosferiche anche in questo argomento c'è una voce unica quando si tratta di "parole" e buone intenzioni ma poi tutto svanisce quando si arriva ai fatti.
La settimana scorsa infatti il nostro Senato della Repubblica (maiuscole un po' a caso dato che non sarebbero meritate neanche le minuscole) ha preso gli onori della ribalta per l'accontamento di una legge. Ora scritta e letta così verrebbe da rispondere "embè? non è il suo compito?" ma invece c'è ben altro dietro e dentro questa notizia. Si parla del disegno di legge con primo firmatario il deputato Alessandro Zan che aveva nel testo della sua iniziativa tutto quello che si cercava di ottenere: "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità".
Sull'argomento della legge, come per le tragedie atmosferiche periodiche, c'è da sempre una clamorosa unità politica di voci. "Eventi inaccettabili" "Eventi da prevenire" "Eventi non degni di un paese civile". Nessuno che esca dal recinto dalle dichiarazioni precostituite. I comportamenti reali in realtà lasciano intendere altro. All'arrivo infatti di un disegno di legge che va in quel senso partono i "distinguo". "Eh ma senza virgola si interpreta male" "Eh ma così non è detto che possa essere approvato" "Eh ma il carattere Trebuchet per il testo è troppo ambiguo". Così chi politicamente deve dare ascolto alla pancia del proprio elettorato prende le distanze, si sfila ed annuncia il voto contrario. "Non perché non siamo sensibili all'argomento eh..." no sieh ci mancherebbe. Chi invece da sempre si professa a favore, su argomento e decreto, chiede allora di andare a discutere con i contrari per trovare un accordo "perchè la politica è accordi e sui diritti meglio qualcosa che niente". Ora a parte che qui non si parla di diritti civili in sè (ed anche lì i diritti sono tali se interi, le frazioni sui diritti si chiamano proprio discriminazioni) ma di tutela della discriminazione e della violenza che è altro, ma poi come si fa a trovare un accordo con chi la legge la vuole affossare? Non è un'aliquota fiscale che uno dice 30 l'altro 10 e si cerca un compromesso attorno ai 20. Come lo trovi un accordo con chi non vuole una legge che ha basi e percorsi ben precisi? Togliendo gli elementi che non stanno bene alle destre? La svuoti di significato, quello su cui a parole son tutti d'accordo, perdendo di coerenza con quanto previsto. Certo non posso insegnare io la coerenza a chi, dall'alto del suo essere da sempre sensibile a questo argomento, vola in Arabia Saudita (patria del riconoscimento universale dei diritti civili) il giorno del voto ed il giorno dopo ci insegna il significato della politica su Facebook. Ma non è il solo. A lui (ed il suo gruppo parlamentare?) si aggiungono i cosiddetti "franchi tiratori" che nella comodità del voto segreto autodeterminato decidono di affossare la legge per interesse politico e/o correntismo di vario genere e natura.
Così la legge Zan viene affossata ed in Senato partono i trenini, gli schiamazzi, i cori e le esultanze dei contrari "manifesti" ed un sordo silenzio soddisfatto dei contrari silenti ed a voto segreto. Ovviamente felicità e orgoglio che verrà riposto nel cassetto al primo episodio di violenza per il quale tutti torneranno ad esprimere sdegno, rammarico e necessità di una svolta legislativa, ricominciando "il giro".
In quelli che sono i temporali autunnali ed i relativi danni almeno (in parte) ci si può attaccare alla Natura che, come dicevano un tempo, "non la ferma nessuno"; per quelli che sono i danni di certi miopi, egoistici e colpevoli comportamenti con relativi caroselli di festeggiamento non c'è neanche quella scusante. O forse sì. Anche la natura di chi interpreta così il senso della politica non la puoi proprio fermare.

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