lunedì 6 giugno 2022

Ritorno a Campovolo

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 490
Novembre 2019. Ho riguardato qualche giorno fa l'email della conferma di acquisto dei biglietti e mi è sembrato quasi impossibile leggere quella data. Ma così è. Oltre due anni e mezzo. Di lockdown. Di posticipi. Di annullamenti. Di restrizioni. Di limitazioni. Di "vediamo e speriamo". Di musica solo negli auricolari. Di organizzazioni e logistiche modificate e rimodulate.
Per questo ieri, forse per la prima volta, andare ad un concerto del mio Poeta è stato così diverso. Sembra impossibile dopo gli "enne" concerti visti (prima o poi li conterò...), sembra fuoriluogo vista la quarta presenza (su quattro) a Campovolo, invece la sensazione di novità è stata fortissima. Per l'attesa, per qualche timore da mega evento, per gli incastri di un'organizzazione non facile. 
Ma soprattutto per la sensazione del "ritorno a" che in qualche modo ti mette alla prova e ti prospetta una valutazione di qualcosa che accade adesso e che è messo a confronto a cose simili già accadute in passato. Facendo l'errore di considerarle appunto paragonabili. Ed invece non lo possono essere, perché nel mezzo è "cambiato il mondo" (cit.)
Per questo l'arrivo in quel di Reggio Emilia non poteva essere paragonabile agli altri e non per il mezzo di trasporto (treno) mai usato prima.  Perché toglieva un tappo fatto di lontananze da ritrovi di questo tipo e restituiva dopo un tempo lunghissimo un'abitudine che prima era abbastanza naturale; forse anche sottovalutata nella fortuna di averla con una certa regolarità. Quegli abbracci inizialmente timidi e poi più sciolti lungo la camminata verso l'arena dopo il pranzo improvvisato, hanno restituito qualcosa che ci era stato tolto e che forse ancora non sappiamo quanto "abbia davvero fatto male". Quell'attesa condivisa tra bottiglie e risate, risate e bottiglie è tornata ad essere finalmente protagonista di un gruppo che a quel punto sembrava davvero fosse solo stato messo in pausa e che in quell'istante stava ripartendo dallo stesso punto.
Per questo, quando dopo code interminabili nella zona rossa colpevolmente e clamorosamente disorganizzata a livello di approvvigionamenti, il sole è cominciato ad essere meno cattivo anche distendersi ed un po' appisolarsi sul prato nello spazio trovato è venuto spontaneo. Quasi come fosse il segno dell'arrivo del sentirsi finalmente a proprio agio. Le lancette hanno fatto il loro lavoro e puntuale come sempre alle nove è arrivato il primo attacco: quel "NON CAMBIEREI QUESTA VITA CON NESSUN’ALTRA" allo stesso tempo non ancora nei nostri cuori ed invece così attesa come apertura.
L'abbiamo preso come un inizio soft per farci riabituare al tutto, mentre per Luciano è stato un buttare fuori tutto quello che si era accumulato in questi anni. Si sentiva dalla forzatura della sua voce e si vedeva dai suoi sguardi e dalle sue lacrime a stento trattenute al termine del brano con la successiva ovazione. Anche nei pezzi successivi il suo "buttare fuori" è emerso abbastanza prepotente portandolo a scegliere pezzi di impatto, per di più caricati con voce e toni. Con l'andare della scaletta è arrivato evidente il conto che c'era da pagare. 
Forse non mi è stato del tutto chiaro fino a quando non sono partiti i pezzi su cui mi sento più a "mio agio" che sono arrivati nell'andare del suo percorso e della celebrazione dei suoi trent'anni di carriera. Lì invece è arrivato tutto. Tutto insieme. C'erano due anni e mezzo di attese che sono esplose. In salti, abbracci, occhiali scuri e gioia nel vedere che accanto a me c'era un circolo perfetto. Non disegnato da Giotto ma costruito negli anni da persone che per mia fortuna costituiscono il gruppo. Non quello di Liga, una delle tre band che si sono alternate, ma quello che orgogliosamente definisco mio. Quello che si è preso lo spazio nell'arena a suo modo e col suo passo, tanto per citare il Poeta. Che si è perso in risate e ritrovato in abbracci. Quello che quando è arrivato il pezzo che mi mette KO mi ha fatto capire che quel pezzo prima o poi sarebbe finito e loro.....banalmente no e sarebbero rimasti lì. Su ogni pezzo c'è stato un attimo di condivisione, piccolo/medio/grande/sorridente/commovente. Le attese sono esplose in mille forme ed hanno cercato complici, trovandoli presenti e perfetti. Come sempre.
Ma "musicalmente" tutte queste attese son state ripagate? Risposta di getto: SI
Certo, la scaletta l'avrei fatta diversa. Alcuni pezzi Luciano li ha vissuti troppo, altri li ha spinti da paura e, tocca dirlo, sono apparse evidenti alcune imprecisioni per tonalità e/o parole un po' "ciancicate". MA. Alla fine per quello che sai che è e che ti ha sempre dato, accetti anche le imperfezioni, proprio perché rendono il tutto ancora più "vicino a te". Non solo. Per tre ore ha svuotato tutto quello che aveva dentro e lo ha messo a disposizione. Ha tenuto la scena senza sosta e fatto da star, presentatore, spalla, autore e chitarrista d'appoggio. Ma soprattutto ha regalato momenti che non passeranno. "Buonanotte all'Italia" con De Gregori, "Il mio nome è mai più" mai come ieri così piena di significato compresa la dedica a Gino Strada con un sorprendente (per me) Mauro Pagani come cantante, l'intensità di "Non è tempo per noi" e "Ti sento" da sempre tra le mie preferite che mi hanno così scavato dentro a questo giro da farmele sembrare quasi inedite e/o con nuovi significati, il finale con "Urlando contro il cielo" suonato e cantato da quattordici musicisti contemporaneamente sul palco, il saluto con la sua prima canzone "Sogni di Rock&Roll" tanto intenso e tanto intimo. Ma soprattutto il duetto con Elisa su "A modo tuo". Era atteso come momento clou ed è riuscito ad andare oltre, entrando così dentro da stordire e da diventare incancellabile per tutti i presenti e non solo. 
Era difficile tornare a Campovolo. Per mille motivi. Liga ed un meraviglioso "gruppo a dopo" hanno reso questo ritorno come qualcosa da tenere stretto stretto. Intensamente. Orgoglioso di aver fatto "quattro su quattro"










Ps. ho trovato sul Fatto Quotidiano la scaletta del concerto e la voglio mettere "a piè di post"....per tenerne traccia...
La scaletta di “30 anni in un giorno”: 
1 Non cambierei questa vita con nessun’altra 2 Balliamo sul mondo 3 L’odore del sesso 4 Niente Paura 5 Il sale della terra 6 Ho smesso di tacere con Loredana Berté 7 Marlon Brando è sempre lui 8 Bar Mario 9 Non è tempo per noi 10 Musica Ribelle con Eugenio Finardi 11 Ho messo via 12 Piccola stella senza cielo 13 A che ora è la fine del mondo 14 L’amore conta con Gazzelle 15 Luci d’America 16 Il giorno dei giorni 17 Buonanotte all’Italia con Francesco De Gregori 18 Il mio nome è mai più con Mauro Pagani 19 I ragazzi sono in giro 20 Ti sento 21 Eri bellissima 22 Il giorno di dolore che uno ha 23 Quella che non sei 24 Certe Notti 25 Sulla mia strada 26 A modo tuo con Elisa 27 Questa è la mia vita 28 Tra palco e realtà 29 Urlando contro il cielo 30 Sogni di Rock ‘n Roll.

3 commenti:

  1. Queste sono l’emozioni di cui abbiamo bisogno . Sono felice per la tua bellissima esperienza . Ti ho visto come se fossi stato li .
    Grande Campione

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    1. Grazie Campione! Davvero emozioni grandi... :-)

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  2. da twt:
    non poteva che essere così.... i ragazzi erano in giro ed avevano una gran voglia di normalità ed amicizia...
    Stefano

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