domenica 12 giugno 2022

Vado al (circo) Massimo

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 491
E con una doppietta in una settimana dopo due anni di assenze e posticipi, si è chiuso il cerchio.
Per un 40esimo atteso oltre due anni e che ha visto il festeggiato compiere prima i 41, poi i 42 per arrivare finalmente a quaranta il gruppo si è modificato un po' nella composizione ed ha fatto tappa in quel di Roma. Circo Massimo per la precisione, posto perfetto per chi ha fatto di "vado al massimo" uno dei suoi cavalli di battaglia.
Forse per qualcuno "STONA FUORI CORO" pensare ad un seguace totale di Liga al concerto di Vasco, io invece non ci ho mai visto niente di troppo strano. Soprattutto quando ascoltarlo vuol dire condividere una passione con chi per te conta e conta tanto. O quando diventa oggetto di regali.
Nella "fresca" atmosfera della capitale "semideserta" anche grazia alla presenza del contemporaneo pride, abbiamo avuto modo di apprezzare la solita perfetta organizzazione capitanesca ed abbiamo portato in giro la nuova "magliettata" creata per l'occasione. Con i tempi "senza correre" che ci contraddistinguono, abbiamo fatto il nostro ingresso al Campo Massimo in tardo (quasi tardissimo) pomeriggio trovando posto non proprio in fondo ma neanche vicinissimo al palco e dietro un'ingombrante albero apparso per tutto il concerto come un bosco. Tra token, birre e polvere abbiamo aspettato le fatidiche 21.15 e l'ingresso del Kom con il suo speciale comandamento. 
Arrivo ed inizio che hanno messo subito in luce un'acustica ed una sistemazione davvero speciale dell'evento. Il contorno e le note sparate da Vasco hanno reso dal minuto uno giusti sia evento che clima. Gli esperti del ramo vaschiano, già spettatori di alcune tappe precedenti (Trento e Firenze), hanno unanimemente infatti definito come di altro livello il concerto romano. 
Da inesperto ho trovato Vasco in palla, in senso buono. Avevo letto/sentito di stanchezze e pause ma onestamente non me ne sono troppo accorto. Certo lascia spazio ai suoi splendidi musicisti, certo ci sono dei momenti in cui dal palco si prende un attimo di congedo ma a 70 anni (ripeto settanta) io l'ho trovato in gran forma e capace di far cantare, ballare, commuovere e sorridere (magari questo non proprio sempre/sempre). Le sue parole e le sue note non sono mai riuscito a fare così mie (fattore personale) come quelle della settimana scorsa (rileggi il post su Campovolo IV) ma su "eh già" "stupendo" "siamo qui" e "siamo soli" le fitte interne le ho sentite eccome. Così come quando il ritmo ha virato verso le melodie dolci delle sue canzoni dai contorni romantici che come direbbe lui "non importa che mi tocchi, basta che mi stai vicino io sto fermo e non respiro": "Toffee" "Canzone" ma soprattutto "Sally", la cui capacità di arrivare dentro resta clamorosamente immutata negli anni.
Due ore e mezzo di spettacolo con piccole sbavature e qualche meritato respiro sono volate via per un concerto che ho apprezzato davvero, anche da "intruso".  
Luogo e giornata che ho apprezzato ancora di più. Cerchio dei concerti "sospesi" finalmente chiuso con il festeggiato che dopo i 42 ha potuto finalmente godersi i suoi quaranta..."dentro una canzone".




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