sabato 18 febbraio 2023

Curioso che non sia andato nessuno a votare

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 527
Ci sono situazioni che arrivano davvero improvvise e colgono tutti di sorpresa.
Domenica scorsa (e lunedì) si votava in Lombardia e Lazio, due regioni non esattamente microscopiche. Votazioni che dovevano fissare i nuovi consigli regionali ma soprattutto stabilire la guida dei prossimi cinque anni di Milano, Roma ed i rispettivi dintorni.
L'aria era abbastanza indirizzata (io azzarderei "inquinata") da reflussi destrorsi ma come sempre quella che dovrebbe essere l'altra parte ha fatto di tutto per trasformare quei venti freddi in uragani.
Schieramenti frammentati, coalizioni insostenibili, percorsi ad ostacoli e tutto meno che comuni. Queste le premesse e gli elementi che hanno portato quello che era il centro sinistra a proporre infiniti elementi di scoraggiamento preventivo per i propri possibili elettori. Nel Lazio con il candidato sostenuto dal cosiddetto terzo polo e non dal movimento di Conte, in Lombardia con lo schieramento comprensivo dei cinque stelle ma senza il duo Calenda/Renzi"TRANQUILLA CHE NON E' NIENTE" a confronto del resto. Nel primo caso quindi senza il sostegno dei cinque stelle che però sostenevano la precedente giunta con D'amato assessore (candidato del PD/terzo polo) e nel secondo contro gli alleati del Lazio (appunto il cosiddetto terzo polo) che avevano ripescato dall'archivio degli impresentabili Letizia Moratti, già ministro di centro destra nei governi Berlusconi del passato ed assessore della giunta Fontana contro cui si presentava. Mi sembra chiara come linea no?
Bene. Tutto questo mentre dall'altra parte il monolitico centro destra discuteva su tutto, dalle dichiarazioni di ReSilvio su Zelenski e la persecuzione giudiziaria che fanno inorridire l'Europa alle posizioni di Governo che lo stesso Governo annuncia saranno riviste (super bonus per dirne una), ma poi è arrivato compatto alle elezioni, della serie "basta riottenere le poltrone"
Risultato quindi scontato. Ma in termini? Perdono voti tutti (tranne forse fratelli d'italia) ma le percentuali dicono un'altra cosa vista l'affluenza inquietante. Leggendo quelle come se fossero valori reali qualcuno addirittura cresce in molti rimangono immutati. Dimenticando che a votare è andato nemmeno il 40% con picchi anche di un elettore su tre in molte zone/città. Quindi i valori percentuali non sono paragonabili e soprattutto in moltissimi fuggono dai seggi. Ma come sempre questo resta un dato da analizzare nella mezz'ora prima dei primi dati semiufficiali o spendibili poi si comincia a parlare al solito dello zerovirgola in più rispetto ai dati del 1988 e se gli elettori sostanzialmente dicono "ci fate schifo tutti e non sapendo chi scegliere rimaniamo a casa" poco importa. 
Ed in parte è vero. Chi non ha voglia/interesse a votare poi alla fine "sta'ai resti" come si dice dalle mie parti e da sempre condivido il detto non sopportando l'astensionismo elettorale. Però è inquietante che chi si candida anche solo a gestire/governare un....rione.....figuriamoci una citta/regione/nazione.....non si interroghi su cosa porti due elettori su tre a schifare la possibilità di scegliere. Non solo. Gli stessi preferiscono analizzare i problemi e le colpe....degli altri schieramenti che non hanno permesso a loro di essere competitivi. Tre esempi.
Conte non ha dato troppo peso a queste elezioni perchè il Movimento Cinque Stelle le ha spesso perse (le regionali) ma poi è "rinato". Vero, si è però dimenticato che le percentuali perse ed attuali sono da brividi e che comunque se uno si presenta alle elezioni per poi dire "tanto le abbiamo sempre perse, pazienza" non si capisce che si presenta a fare e l'analisi dei risultati non è esattamente né propositiva, né lungimirante.
Letta si concentra sulla sconfitta del Movimento incensando dati del PD immutati o cresciuti rispetto al passato. Evidentemente a Parigi i numeri e la matematica devono essere concetti astratti dato che quelli reali dicono un'altra cosa rispetto alle percentuali snocciolate dal buon Enrico. Non dovrebbe essere difficile confrontare dati reali delle precedenti elezioni con quelli di adesso, ed invece. In più nessuno ha ancora sottolineato che dopo una delle più grandi sconfitte della storia del partito, alla prima tornata elettorale che arriva dopo cinque mesi il segretario è sempre lo stesso nonostante si sia dimesso il giorno dopo le politiche.
Infine in Lombardia, il cosiddetto terzo polo dà la colpa agli elettori che hanno confermato Fontana ed il centro destra nonostante la folle e delittuosa gestione del Covid. Concetto anche comprensibile, se non si omettessero dei particolari. Ad esempio che il loro candidato è da sempre una donna di centro destra e che ha fatto parte di quella gestione folle. Ma nel terzo polo si sa, giocano i Pelè ed i Maradona della politica italiana, quelli bravi a prescindere quindi cosa gli vuoi dire? Forse solo quello che ha detto la loro candidata per commentare la sconfitta "è stata una campagna elettorale troppo corta e per di più di inverno con molto freddo che ha limitato drasticamente la campagna elettorale, basta sentire la mia voce".
Alla fine, il dato dell'affluenza meraviglia. E' infatti curioso che ci sia ancora un terzo di elettori che, come me, ancora si decide ad andare a votare.
Sipario.

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