#KdL - KIAVE di LETTURA n° 534 |
Nella storia di Emanuela Orlandi c'è un po' di tutto. Un misto che parte dal dolore per la sparizione di una quindicenne ed arriva a quarant'anni di domande senza risposte.
Una telefonata, un autobus non preso e poi mille punti interrogativi successivi che partono dal "perché" ed arrivano al "chi e dove".
E' una storia fatta di indagini, voci e tentativi infiniti di insabbiamenti riusciti fino ad oggi. Difficile, per non dire impossibile, riuscire ad elencare in un post tutte le voci o le piste che partono dalla banda della Magliana per arrivare alle più alte sedie del Vaticano passando dallo scandalo dello IOR, dal caso Calvi senza dimenticare le strade legate alla pedofilia ed all'attentato a papa Giovanni Paolo II.
Sembra una trama di una serie gialla/noir ed invece è vita vissuta o meglio interrotta della famiglia Orlandi a cui nessuno ha mai confermato se "UNA LORO VERSIONE" della vicenda era quella reale oppure no. Ogni tentativo di avvicinarsi alla verità o alla risoluzione di quei nodi intrecciati della vicenda è stato affiancato da un ulteriore rimescolamento di carte, giudiziarie e non. Tutte magicamente con origine o derive direttamente provenienti dal vento ponentino che spira dal Vaticano.
Adesso, al quarantesimo anniversario della sparizione, magicamente la politica si sveglia ed istituisce una commissione d'inchiesta. Schieramenti azzerati, tutti d'accordo e protagonisti petto in fuori ad urlare "serve chiarire". Il bello della politica italiana è che non si vergogna. MAI. Si vantano, adesso, di istituire una commissione su fatti che loro stessi non hanno considerato per tutto questo tempo, manifestando una debolezza assoluta verso quei poteri cosiddetti forti. Certo i tempi son diversi, ci mancherebbe. Ma la classe politica attuale non è tutta nuova, anzi. Gli stessi che oggi vedo passeggiare in tv e discernere su cosa fare e cosa non fare su questo caso sono quelli che per anni hanno presenziato a sedute parlamentari ed istituzioni di commissioni d'inchiesta di ogni tipo. Tranne di questa che aveva quei punti interrogativi troppo vicini al rosso porpora. Nessuno di quelli che annunciano adesso la vittoria ottenuta con l'istituzione della commissione che abbia detto "abbiamo fatto schifo per tutti questi anni, siamo in clamoroso ritardo e chiediamo scusa provando a lavorare adesso il quadruplo". Figuriamoci. Ormai vale tutto, nella tristezza più completa. Andiamo oltre, ok.
La commissione si deve ancora insediare quindi in bocca al lupo e buon lavoro. Detto questo l'augurio vero è un altro. E' quello di poter mantenere un buon livello di schiena dritta e di quel passo deciso rispetto al venticello/vento/uragano che si potrebbe alzare dallo stesso punto di origine di questi ultimi quattro decenni. Auguri anche per gli sviluppi ed i passaggi di condanne rispetto a responsabilità che emergeranno dato che pare cristallino che qualcosa dietro di particolarmente intricato ci sia. Ed allora in bocca al lupo a chi si troverà a dovere rendere pubblico sviluppo dei fatti, colpevoli e condanne relative (giudiziarie e non).
Perché, se non fosse chiaro, andare ad indagare dopo 40 anni su come si son svolti i fatti e quali sono le responsabilità ha senso SOLO ed ESCLUSIVAMENTE se si ha la forza di sostenerla quella verità che emergerà, nella definizione dei fatti e nei passaggi di responsabilità relativi.
Altrimenti sarà l'ennesima burletta lasciata portar via dal suddetto vento.
Un abbraccio forte alla famiglia Orlandi per questa nuova sfida da dover vincere. L'ennesima famiglia italiana costretta non solo a piangere per le vicende misteriose e tragiche di un familiare ma anche a dover trovare la forza di tenere alta la voce, non stancarsi ed impegnarsi in prima linea.
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