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VIOLA ARDONE
"Il treno dei bambini"
Einaudi
Una storia che parte dai rioni meno fortunati di Napoli ed attraverso i binari ferroviari arriva in Emilia Romagna con sullo sfondo la situazione sociale del dopoguerra. Il protagonista è un ragazzino (Amerigo) abbandonato dal padre che cerca di vivere attraverso le difficoltà familiari la propria infanzia.
Cerca attraverso l'ascolto degli altri di conoscere più cose e persone possibili per affrontare al meglio le situazioni non facili con cui deve confrontarsi. La madre però decide un giorno di fargli prendere un treno per sfruttare una sorta di programma di gemellaggio che all'epoca abbinava famiglie del Sud povere a benestanti famiglie del Nord. Programma che permetteva ai più piccoli di non soffrire della povertà della propria condizione. Inizialmente il suo ambientamento sarà complicato ma grazie appunto alle amicizie ed alla sua intraprendenza si creerà una vera e propria seconda famiglia "DOVE NON SERVE SOGNARE" perché la realtà è luminosa. Amerigo crescerà molto più del tempo che trascorrerà con loro e scoprirà anche le sue doti artistiche di cui farà tesoro nella vita. Per lui sarà molto difficile distaccarsi dal suo nuovo mondo quando arriverà il momento del ritorno a casa. Le vicende poi avranno sviluppi e colpi di scena ed un salto temporale di diversi decenni per l'ultima parte dove lo stesso bambino ormai uomo dovrà affrontare un evento che lo riporterà a quei giorni in cui il famoso "treno dei bambini" era stato il protagonista della sua vita.
Il libro è un salto nel passato con una corsa finale nel futuro che mette al centro varie cose: il protagonista, la povertà del dopoguerra, le possibilità di crescita dell'epoca e poi i percorsi complicati al momento del ritorno. La scrittura non lascia mai campo al "vittimismo" della situazione difficile o all' "esaltazione" di quella più florida. Sono le sensazioni di Amerigo ad essere descritte e fotografate al meglio passando dal ritmo intenso e veloce delle storie d'infanzia a quello più intimo e riflessivo dell'ultima parte dove il protagonista è maturo ed uomo. Chi legge è immerso nel modo migliore nel percorso tanto da tifare per la sua crescita e condividere i suoi pensieri e le sue malinconie una volta cresciuto. Un libro che consiglio assolutamente e che anche quando affronta momenti e situazioni non divertenti lo fa nel modo migliore e più coinvolgente.
CINQUE CITAZIONI
1 - "...andavamo nei rifugi e lei mi stringeva tutto il tempo. Io durante i bombardamenti ero felice..."
2 - "...meglio fare i brutti sogni che gli incubi da sveglio..."
3 - "...tua mamma di carezze non ne ha mai avute e perciò non ne tiene da dare..."
4 - "...ora che te ne sei andata, sola nella notte, nessun altro squillo può farmi più paura......non so se tu mi manchi e non ho ancora capito in che modo mi mancherai..."
5 - "...non mi è mai piaciuta l'alba: sa di notti in bianco, di sogni agitati, di emergenze, di aerei da prendere troppo presto per raggiungere una città straniera. Per me ogni città è straniera..."
Mia personale VALUTAZIONE: ****° - quattro stelle e mezzo su cinque
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