#KdL - KIAVE di LETTURA n° 546 |
Così capita che un giornalista, un intellettuale ed un uomo che per fare il suo lavoro da decenni è sotto scorta perché ha raccontato qualcosa di marcio che il suo territorio nascondeva ma nemmeno troppo è sotto processo perché nell'ambito del suo lavoro ha contestato anche con parole importanti e dure un ministro.
Lo sta affrontando, il processo, a testa alta e presenziando alle udienze come un imputato che vuol far valere le proprie posizioni e non fugge da conseguenze possibili. Questo sta facendo Roberto Saviano dopo le denunce di Matteo Salvini, parte lesa. Che ovviamente invece a quel processo non partecipa. Non solo. In questi giorni lo stesso (di nuovo) ministro è stato oggetto di un simpatico regalo da parte dei suoi colleghi parlamentari. In modo trasversale infatti i suoi amici hanno definito insindacabili le sue affermazioni pesanti al limite dell'offensivo nei confronti della capitana della Sea Watch Carola Rackete ed hanno quindi impedito al Tribunale di Milano di giudicare. Il potente e ministro che non si può contraddire porta in giudizio chi lo critica (e dal processo fugge) mentre quando lui critica sprezzante ed offensivo i suoi giudizi sono insindacabili.
Ma ovviamente non è un caso. E' ormai un'abitudine quella che tutto viene capovolto in modo senza logica e soprattutto che fa perdere la fiducia in tutto quello che invece dovrebbe basarsi su fiducia e corretti esempi.
L'altro giorno infatti durante un suo intervento in Parlamento, ripeto in parlamento ma forse meglio scriverlo con la p minuscola, Aboubakar Soumahoro è stato accolto da ululati di stampo razzista. Non di passanti o spettatori della seduta ma da colleghi parlamentari. Sembra impossibile, grottesco, fuori dal mondo ma è proprio così. E pare che non sia nemmeno la prima volta. Ma ovviamente per la maggioranza, dai cui banchi si è alzata la contestazione così elegante, un problema di razzismo non esiste e non è la causa di quello che è successo. Ululati come nelle peggiori curve dei peggiori stadi dove però spesso scatta la chiusura della parte di stadio incriminata. Secondo indicazioni magari del ministero degli interni, gestito da quella parte politica che in parlamento invece....
Ma tutto passa rapidamente dalla memoria ed ancora più velocemente dalle responsabilità che spesso nemmeno vengono attribuite. E rendono il nostro Paese ancora più curioso, se così si può dire.
E "BUONANOTTE ALL'ITALIA" ....
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