domenica 16 luglio 2023

Zaino di qualità

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 548

Perché quando le luci si abbassano ad inizio di un suo concerto, anche a dispetto di un sole che ancora in qualche modo lascia qualche segno di sé, si accende qualcos'altro.
Qualcosa che per la trentatreesima volta senti come un intenso brivido sulla pelle, noto ma ugualmente sempre sorprendente. L'inizio è sempre una sorta di scommessa. Da cosa partirà? E spesso la scelta iniziale indirizza il concerto in una direzione più o meno gradita.
Dall'inizio del concerto dell'Olimpico di venerdì dovevo capire qualcosa. Non potevo infatti pretendere migliore partenza: quei "Sogni di R&R" che da quando ho scritto il mio libro dalla magica copertina rossa sento ancora più sulla pelle. E come dicevo sopra, il giusto inizio ha aperto la porta ad un concerto speciale. Sì, tale, speciale.
Da un po', nei concerti del mio Poeta ritrovavo le consueti emozioni e le solite belle sensazioni, ma nell'analisi oggettiva (per quanto mi possa essere possibile) riconoscevo che mancava qualcosa. Un mix di carica sua, di scaletta rivedibile e di durata/percorso del concerto. Ecco, venerdì ho trovato spunti ed elementi emozionanti anche in quelli. 
La parte tecnica di suono e video non ha sempre aiutato ma ho visto Liga per la gran parte del concerto carico come non gli accadeva da un po'. Ho trovato una scaletta con un percorso logico e concreto. Ho molto, ma molto, apprezzato la scelta di alcuni pezzi un po' accantonati e/o quasi mai fatti dal vivo. 
I grandi classici che non mancano mai (e che a mio gusto sarebbe anche il caso di rivedere in qualche modo a costo di toccare l'intoccabile) sono stati affiancati da perle rare: "Lettera a G", "Libera nos a malo", "Per sempre", "Il peso della valigia" ed "I duri hanno due cuori".
Sentirle dal vivo hanno creato un misto di stupore e completo rapimento. Sull'attacco di "PER SEMPRE" in particolare ho cercato sguardi amici, abbracci fraterni e cuori allineati e li ho magicamente trovati. Tutti lì a darmi quell'amplificatore necessario a rendere quella canzone "ostica" come un momento NON dimenticabile. Ascoltata proprio a Roma quasi dieci anni fa (vedi qui), la potenza del brano non si è minimamente offuscata e per certi versi è stato come ascoltarla per la prima volta. Anche se in modo e con impatto diverso lo stesso discorso si può fare per "il peso della valigia" che ha aperto pensieri e sorrisi emozionati.
Ci sono stati i cali sul finale, pezzi che si poteva scegliere MOLTO meglio, ma quella serie di emozioni mi son rimaste dentro. Tanto. Come sempre ogni valutazione è da considerare amplificata dalla compagnia speciale con cui anche questa volta ho vissuto il concerto. Non visto, ascoltato o cantato. Ma vissuto. Compagni di strada e di vita unici che per due giorni hanno caricato al meglio le mie pile ed i miei sensori percettivi per il concerto e non solo.
Ho lasciato a Roma un sacchetto (anche due/tre...) pieno di sudore visto il clima ma sono contento di essere tornato con uno zaino pieno di momenti ed emozioni buone, di qualità. 
Certe notti con i ragazzi che sono in giro a fare sogni di R&R sono per sempre un colpo all'anima che rende leggero il peso della valigia.
E questa è stata l'ennesima conferma, venerdì più delle ultime avute.





 

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