#KdL - KIAVE di LETTURA n° 619 |
Era un po' che non aderivo ad uno sciopero ed un po' che non ne sentivo la necessità. Non perché vedessi tutto a posto. Anzi. Non perché considerassi la situazione da applausi. Tutt'altro. Ma alla fine desistevo per la considerazione che, anche se sbagliata, spesso prende il sopravvento: "e vabbè, tanto...". Perché alla fine si invecchia e ci si appiattisce. Pardon, sono invecchiato e mi sono appiattito: non è giusto parlare al plurale quando la cosa è mia e non so se anche di altri.
Anche in questo caso infatti avevo molti dubbi, non per i motivi che hanno portato i sindacati (CGIL - UIL) a proclamare lo sciopero, ma per una sorta di brutta sensazione legata all'inutilità ed alla non totale sensazione di rappresentanza. Mi capita da un po' e non è legata (solo) al mondo sindacale e/o di rappresentanza. La politica, ad esempio, suscita in me una considerazione ancora peggiore, tanto da avermi creato un vero e proprio disgusto per tutto quello che gli circola intorno ed a portarmi ad un quasi totale disinteresse.
Così fino all'ultimo momento sono stato indeciso. Poi ho ascoltato un po' di voci intorno dire "certo però che se continuiamo a non dire niente...." ed in qualche modo mi sono "smosso". Non è partito un vero e proprio spirito rivoluzionario e non si sono ri-attivate vecchie convinzioni giovanili ma ho deciso che era il momento di dire un NO. Bello, forte e deciso.
Quanto previsto e definito nei provvedimenti di finanziaria è palesemente "brutto da urlare" ed irritante anche per monaci zen che proclamano pace e tranquillità. Credo che ci sia un urgente bisogno di una presa di coscienza forte e collettiva, provando a "PRENDERE L'ANTIDOTO PER" cercare di non farsi travolgere dal virus che circola e che rende sostanzialmente invivibile la cosa pubblica di questo paese.
Rinnovi contrattuali al limite del vergognoso (anche oltre), attacco ai diritti di manifestare contrarietà, pensioni aumentate in modo non dignitoso e peggiore di una pietosa elemosina, netti e decisi tagli sociali, depauperamento dei diritti sanitari collettivi, sostanziale immunità per le categorie più forti, disinteresse a sanare la piaga dell'evasione anzi sostanziale riconoscimento di "merito" visti i continui premi sottoforma di condoni di varia natura. Il tutto in un clima di voluto oscurantismo nei confronti di tutto quello che è considerato diverso e/o che può rappresentare un facile obiettivo da additare e incolpare per situazioni di difficoltà o solo per "sviare l'attenzione".
Ecco, questo pacchetto e la voglia di non dire ancora una volta "lascia fare, tanto..." mi ha portato ad aderire allo sciopero di oggi partecipando alla manifestazione (perché come diceva la saggia donna con gli occhiali "se fai sciopero vai alla manifestazione altrimenti è vacanza...") che ha attraversato parte del centro e dei lungarni della mia Firenze. Il clima delle manifestazioni è sempre bello ed in qualche modo coinvolgente anche se devo dire che non ho percepito una folla oceanica ed ho visto un corteo un po' spentino, ma essendo la piazza ed il corteo più "lunghi" che "larghi" questo ha sicuramente inciso sulla mia sensazione.
Aldilà di tutto sono contento di esserci stato e di aver adesso la sensazione piacevole di poter dire "io il mio l'ho fatto e lo sto facendo" (cit.). Poca roba probabilmente, ma in un periodo di tagli e ristrettezza nemmeno troppo.
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