sabato 25 gennaio 2025

Fatela finita

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 627

Da diversi anni ho l'abitudine di leggere Millenium, il mensile del Fatto Quotidiano. "HO PERSO LE PAROLE" quotidiane dei giornali per il poco tempo a disposizione (scusa ufficiale ma tremendamente banale e comoda) ma mi sono imposto (con soddisfazione) di non perdere questa abitudine. A volte mi trovo a leggerlo un po' di corsa o a scorrerlo un po' distrattamente. Sono numeri "monotematici" o quasi e non sempre l'argomento cattura il mio totale interesse. Ma non smetto di comprarlo e di leggerlo perché, specie dal ritorno al formato più grande ed al ritorno alla qualità della carta di alto livello, la qualità sia di forma che di sostanza è davvero notevole. Approfondimenti, inchieste, reportage, immagini, rubriche. Un percorso unico di sviluppo del numero e di racconto del tema del mese che spazia secondo le forme suddette.
Il mio completare la lettura sempre vicino alla scadenza del numero mensile non mi ha portato praticamente mai a parlarne nella mia #Kiavedilettura settimanale, ma come per tutte le cose ci sono delle eccezioni e questa è una di queste. 
Il numero di Gennaio
Sin dalla copertina ho capito che questo numero sarebbe stato speciale. 
E' un numero speciale anche per la stessa rivista poiché quasi del tutto fotografico con spazi più ridotti del solito lasciati ad articoli ed interviste. Mette in risalto la situazione mondiale drammaticamente provata dal numero e l'incidenza clamorosa delle guerre. Nel 2025 (sigh) tema tragicamente più attuale che mai.
Dopo l'editoriale del direttore Peter Gomez, l'apertura del numero è lasciata al testo integrale di Tanya Haj-Hassan, medico di terapia intensiva pediatrica, che al tavolo dei relatori dell'ONU ha provato a raccontare e descrivere cosa sta succedendo a Gaza, uno dei luoghi della guerra, forse il più cruento se mai si potesse fare una classifica dei conflitti e della loro atrocità. "Ciascuno di loro è una storia" è la frase che più mi ha segnato nel testo che ho letto con acidità di stomaco ed orrore per le descrizioni degli eventi e del dolore. Un'affermazione forse banale e normale rispetto al tutto il resto del discorso che davvero vi invito a leggere con attenzione ma che mi ha colpito per la semplicità e la totalità che troppo spesso viene accantonata. Non sono numeri i morti che incrementano giorno dopo giorno, non sono statistiche i feriti che non si contano, non sono percentuali i civili che sono colpiti dagli eventi bellici, non sono situazioni fini a se stesse quelle che mettono una famiglia di quattro o cinque persone ad avere un solo superstite mutilato dalla mattina alla sera. Sono storie, ognuno di loro lo è. Sono vite. Sono umani. Loro.
Con questa illuminata premessa il resto delle pagine acquisiscono ancora più importanza e peso specifico. Nel resto del numero ci sono infatti delle meravigliose immagini/racconti raccolti dal giornale da fotografi locali per valorizzarne il lavoro e da operatori umanitari che non si arrendono e continuano a spendersi nella loro attività in territori martoriati. A tutto questo, come sempre, si affiancano anche articoli con riferimenti storici, musicali e culturali attinenti al tema e pienamente centrati rispetto a tutto il resto del numero.
Veramente una lettura speciale. Non facile soprattutto per alcune parole e molte foto. Ma di quella difficoltà "bella" di cui a volte è giusto, ripagante e speciale non fare a meno.
"Fatela finita" è il numero di gennaio di Millenium che fino a metà febbraio è acquistabile e che DAVVERO vi consiglio.

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