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"Vasco ha gli occhi azzurri"
Librida
Ho un'amica che ama scrivere e sa farlo. Farlo bene. Ed ha una passione, forte, intensa, profonda, tanto da sembrare irrazionale. In questo libro emergono entrambe le cose: la scrittura rotonda che scorre e la sua devozione assoluta al suo personale Dio. Silvia parte ed arriva al suo punto di riferimento in modo travolgente come la sua penna, provando a mettere nelle pagine del suo libro tutta la venerazione per il suo Vasco.
Cercare di raccontare un proprio mito non è affatto facile. Per triplici motivi. Perché come dice (più o meno) anche lei "scontenti sempre qualcuno....quelli che ti diranno che lo esalti troppo e/o quelli che ti diranno che lo esalti troppo poco....". Perché i rischi del "pulpito con predica" e/o del "santino intoccabile" non sono sempre facile da evitare. Perché non è facile far passare il messaggio di cosa possa essere una passione così forte, serve "SUDORE E UN MINIMO DI CUORE" e serve saperli raccontare bene. Ma lei schiva i pericoli e realizza un bel diario romanzato della sua storia con il Kom.
In ogni pagina si percepisce quanto sia intenso questo trasporto, quanto significhi per l'autrice e quanto ci sia dietro un "banale" concerto che tutto è meno che qualcosa di appunto banale. I racconti dell'avvicinamento alla combriccola del suo Vasco sono pieni di un sentimento puro e si leggono con il sorriso perché lo stile di Silvia quello provoca ed emerge in ogni riga. Si passa dai ricordi dei primi concerti con relative fotografie del "panorama" dell'epoca alle scalette più o meno perfette ascoltate dalla sua transenna e relativa prima fila. Nelle descrizioni delle corse per raggiungerla (replicate poche settimane fa per il concerto al Firenze Rock) ci sono i mondi di trasporto assoluto che sfiora (per occhi esterni) anche la "non normalità". Per altri versi quello che mi son sentito spesso dire io per il numero di concerti del mio Poeta a cui ho partecipato. A quelli che con aria sostenuta obiettano così non si può che rispondere (semicit dal suo libro): ma avete mai sentito parlare di passioni vere e reali che siano razionali ed in schemi ordinati?
Ecco, Silvia ci racconta che non è possibile. E lo fa molto bene. Mettendosi in primo piano con le sue manie e le sue fissazioni da spettatrice ed ascoltatrice, ma sapendo lasciare il palco quando è il momento di farlo prendere a Vasco con i suoi album, i suoi pezzi immortali ma anche con quelli da amatori. Tutto è raccontato senza voler passare da esperta di musica (che non è e non lo vuol far credere come tiene a sottolineare) ma da clamorosa esperta vaschiana. Ci sono le citazioni, i testi, l'ordine degli album ed un test/questionario per i super fan. C'è un racconto che dura tutta una vita, da superfan che non perde una canzone ed un attimo del suo idolo, punto di riferimento assoluto.
C'è molto Vasco quindi ma nei racconti di "cosa si fa per" c'è molta Silvia, che osserva gli occhi del suo rocker con il suo stile ironico/sarcastico e con la capacità di arrivare mettendo un sorriso a chi legge. A volte malinconico, in passato amaro, qui molto spesso divertente e divertito. Chi ama Vasco non può non leggerlo; ma lo consiglio comunque a tutti davvero.
CINQUE CITAZIONI
1 - "...cercavo un amore diverso, un amore italiano. E l'ho trovato. Eccome se l'ho trovato! A 13 anni mi sono innamorata di lui e ancora oggi che di anni ne ho quasi cinquanta gli sono fedele. Lui che tanto detestavo si è piazzato al primo posto nel mio cuore ed è diventato la colonna sonora di tutta la mia vita..."
2 - "...non disegnavo quasi più, non scrivevo mai, studiavo informatica e cercavo di imparare un lavoro che non mi apparteneva, ma che per la mia incapacità di ammettere il fallimento mi rifiutavo di lasciare..."
3 - "...quello che mi disturba davvero sono quelle persone che dall'alto della loro immensa cultura musicale si permettono pure di giudicare il suo stile e, credendo di essere simpatici fanno anche battute..."
4 - "...per essere felice mancavo io ma non sapevo proprio dove diavolo mi fossi nascosta. Non mi riconoscevo e non sapevo come ritrovarmi, stavo una merda ma non lo davo a vedere, in apparenza ero sempre la stessa nervosa e acida di sempre ma dentro sognavo solo di farmi male per poter stare un po' a casa e ritrovarmi..."
5 - "...quando scrivo vado di pancia, quando rileggo taglio parole, frasi, sforbicio paragrafi interi con il machete. Mi è costata una gran fatica imparare a lavorare per sottrazione, tagliare, limare fino ad arrivare alla frase giusta che non deve annodarsi su se stessa (come questa per esempio)..."
Mia personale VALUTAZIONE: **** - quattro stelle su cinque
Ma grazie per queste parole Enzoooooo!!!!
RispondiEliminaDi la verità… vedere I Zio all’olimpico ha lasciato il segno!!!!
Prossimo anno ti porto in transenna a vedere gli occhi azzurri più belli del mondo!!!
Ricorda…
VASCO HA GLI OCCHI AZZURRI…
E si vedono bene solo dalla prima fila! ❤️
Silvia
ma io mi fido dei tuoi reportage eh😂
EliminaE poi solo l’idea di tutte quelle ore…roba da fans allenati…non improvvisati come me😉
da fb:
Eliminacome??? Non vuoi provare l’emozione della transenna?
Silvia