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#KdL - KIAVE di LETTURA n° 653 |
Molto spesso quando provo a scrivere qualcosa mi perdo in una difficoltà definibile come "incapacità di far passare il messaggio". Ostacolo affiancato spesso da quello di non riuscire a "far sintesi" rischiando quindi di andare intorno al concetto e non trovare un equilibrio tra l'essere ridondante ed il non essere chiaro e...."dritto". In particolar modo quando provo a dedicarmi ad una passione "antica" ma sempre viva come quella di provare a scrivere racconti o qualcosa di assimilabile a questi. Spesso mi trovo a vagare, a "STARCI UN PO' STRETTO MA VIVERE A ORECCHIO" girando a vuoto.
C'è qualcuno che invece quando produce qualcosa lascia sempre ben impresso e chiaro il suo marchio di fabbrica. Qualcosa di speciale da leggere ed approfondire. Qualcosa che fa riflettere ed apre la bella sensazione di aver fatto parte della storia raccontata. Qualcosa che non è mai banale.
Parlo di uno scrittore (e non solo) di qualità. Qualcuno che ho la fortuna di conoscere bene e che merita di essere seguito con attenzione in ogni sua produzione. La sua ultima si chiama "il figlio del padre" e riesce in 1.377 battute a lasciare a chi legge qualcosa di bello, arrivando a segno. Ve lo consiglio quindi, come tutte le cose che produce Andrea.
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