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"Scarafaggi"
Einaudi
Come ho scritto l'anno scorso (clicca qui) ho iniziato la mia personale "saga Hole" con il terzo volume, scoprendo solo in un secondo momento che i primi due (credo anche per problemi legati alla pubblicazione in Italia in tempi diversi) li avevo saltati. Un annetto fa (essendo Nesbo la mia lettura estiva fissa) avevo recuperato "Il Pipistrello", quest'anno ho chiuso il cerchio con "Scarafaggi" ed adesso posso dire di aver letto "VITA MORTE E MIRACOLI" di Hole.
Parto dal fondo: ho avuto la sensazione di avere a che fare con un altro protagonista proprio come l'anno scorso. E' difficile da spiegare in termini specifici o tecnici, soprattutto perché non sono troppo competente letterariamente, ma la sensazione che prevale è proprio questa mista a quella di avere a che fare con un Jo Nesbo un po' con il freno a mano tirato.
Anche in questo libro Harry si trova a partire dalla sua amata/odiata Oslo per atterrare lontano, questa volta a Bangkok. Come nell' esperienza australiana della prima tappa, l'ispettore prova a dipanare una matassa riguardante un suo connazionale ucciso oltre confine. Questa volta si tratta di un ambasciatore norvegese ucciso in uno degli alberghi noti in Thailandia non per i soggiorni. Hole - istruito subito sulla delicatezza dell'immagine norvegese rispetto agli sviluppi del caso - capirà ben presto di avere a che fare con una situazione che va oltre il personale vissuto dello stesso ambasciatore. Nel caldo tailandese cercherà di non cedere alle tentazioni della bottiglia "amica/nemica" e proverà a non farsi battere dall'afa e dai diversi tentativi di depistaggio che troverà sulla sua strada. Non sarà facile per lui capire che la scelta che hanno fatto i suoi capi di mandarlo dall'altro capo del mondo è l'esatto contrario di quello che gli hanno venduto: non per la sua fama di "risolvicasi" ma per la sua attendibilità relativa rispetto al mantenimento di obblighi e sobrietà. Ben presto si capirà che tutto l'interesse per la risoluzione del caso è abbastanza un misto tra facciata e timori delle "alte sfere".
Nesbo dipinge molto bene come sempre il contesto e lo descrive nell'evoluzione della storia in modo molto particolareggiato tanto quasi da respirare l'afa tailandese. Non appare, forse per la prima volta ma vado a memoria, un vero e proprio stato sentimentale del protagonista se non per i ricordi dolorosi di qualcosa che ha lasciato dentro una cicatrice importante. Il "giallo" che dà forma al libro è, come nel DNA del suo autore, sempre avvincente ma ha provocato un po' meno effetto sorpresa rispetto a precedenti puntate, lasciando la sensazione generale di una minore efficacia. Mi spiace aver chiuso le letture di Hole in calando con questo episodio. Quindi, caro Nesbo , vista la lunghissima serie di successi attendo una nuova puntata per chiudere (o riaprire) in bellezza ed al meglio.
CINQUE CITAZIONI
1 - "...non è necessario fare grandi errori per finire col culo per terra. E in questo caso può succedere che nella caduta ti segua anche il tuo compagno ed allora scoprirai che i cosiddetti amici di colpo si sono dileguati tutti. Quindi anche se non avanzi in fretta, cerca almeno di mantenere l'equilibrio e di rimanere in piedi..."
2 - "...perlomeno i mostri se ne stanno sotto il letto. Credevo che sarebbe stato peggio. Hai appena iniziato, ricordati che ci saranno giorni molto difficili. Perchè esiste altro?..."
3 - "...meglio la sfortuna che non avere fortuna..."
4 - "...l'ultima cosa che ricordò d'aver cominciato a pensare era che ogni redenzione ha i suoi postumi come una sbornia. E viceversa..."
5 - "...ha qualcosa che non ho mai trovato in nessuna. E ho cercato, credimi. Temo di non saper spiegare cos'è ma non riesco a rinunciarci perché so che sarebbe difficile ritrovarlo..."
Mia personale VALUTAZIONE: ***° - tre stelle e mezzo su cinque
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