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ALESSANDRO ROBECCHI - "Questa non è una canzone d'amore" - Sellerio
Un po' in ritardo nella conclusione del libro attualmente in corso ma con la voglia di rispettare il mio appuntamento fisso con la rubrica mensile del #Klibro ho deciso di recuperare qualcosa letto un po' di tempo fa e di cui avevo già parlato qui.
L'impatto con la penna di Robecchi non è arrivato con questo suo volume; lo stile infatti mi era noto grazie alla lettura dei suoi articoli sul Fatto Quotidiano, da sempre considerati particolari e pungenti. Qualità da me sempre apprezzate tanto da ritenermi "PRONTO PER IL PROSSIMO" passo, quello di leggere un suo libro. Ho iniziato dal "primo episodio" della serie di Carlo Monterossi...da buon precisino...e devo dire che sono davvero contento di aver fatto quello scalino (ho fatto anche la rima).
Nel libro di Robecchi si mescolano stili e vicende. All'interno delle varie pagine si passa dal giallo al poliziesco passando per la commedia mentre il protagonista (il Carlo di cui sopra) viene di volta in volta affiancato da vari personaggi e varie vicende che vanno da killer professionisti a nostalgici di epoche passate, da giornalisti ed agenti alla ricerca di scoop e notorietà a collaboratori che non mollano mai il punto (a lavoro ed a casa). Monterossi è un autore tv di successo che cerca in parte di rinnegare la fonte della sua popolarità, allontanandosi e prendendo le distanze da un programma che sembra la copia sputata di quelli in onda nella tv reale: un cocktail che parte da Barbara d'Urso prima maniera ed arriva a Maria de Filippi attuale passando per la versione moderna dello Stranamore dell' epoca. Dalla prima puntata della seconda serie del suo ex programma ad un tentativo di omicidio il passo è composto solo di qualche ora ed uno squillo di campanello.
Da lì il racconto prende due binari paralleli e Carlo entra in un vortice di storie ed indagini di cui ora è vittima quasi fantozziana ora è assoluto protagonista di spessore e con elevato spirito investigativo. Indagini ed inseguimenti fanno a gara a rincorrersi nelle varie vicende che accompagnano Carlo ed il suo gruppo e li fanno trovare pronti ad incrociarsi con i vari percorsi del romanzo, sempre con fatti nuovi, sempre con nuove "porte aperte". Quel che non cambia è lo stile di scrittura, che in ogni declinazione resta sarcastico ma con venature romantiche, perfetto per la fotografia del protagonista e dei cambi di scenari e di tipologia del racconto.
Nel libro di Robecchi si mescolano stili e vicende. All'interno delle varie pagine si passa dal giallo al poliziesco passando per la commedia mentre il protagonista (il Carlo di cui sopra) viene di volta in volta affiancato da vari personaggi e varie vicende che vanno da killer professionisti a nostalgici di epoche passate, da giornalisti ed agenti alla ricerca di scoop e notorietà a collaboratori che non mollano mai il punto (a lavoro ed a casa). Monterossi è un autore tv di successo che cerca in parte di rinnegare la fonte della sua popolarità, allontanandosi e prendendo le distanze da un programma che sembra la copia sputata di quelli in onda nella tv reale: un cocktail che parte da Barbara d'Urso prima maniera ed arriva a Maria de Filippi attuale passando per la versione moderna dello Stranamore dell' epoca. Dalla prima puntata della seconda serie del suo ex programma ad un tentativo di omicidio il passo è composto solo di qualche ora ed uno squillo di campanello.
Da lì il racconto prende due binari paralleli e Carlo entra in un vortice di storie ed indagini di cui ora è vittima quasi fantozziana ora è assoluto protagonista di spessore e con elevato spirito investigativo. Indagini ed inseguimenti fanno a gara a rincorrersi nelle varie vicende che accompagnano Carlo ed il suo gruppo e li fanno trovare pronti ad incrociarsi con i vari percorsi del romanzo, sempre con fatti nuovi, sempre con nuove "porte aperte". Quel che non cambia è lo stile di scrittura, che in ogni declinazione resta sarcastico ma con venature romantiche, perfetto per la fotografia del protagonista e dei cambi di scenari e di tipologia del racconto.
Ha tutte le caratteristiche del giallo certo ma Robecchi ci mescola sapientemente la sua ironia ed il suo tono, che rende il lettore ancora più interessato allo svilupparsi della storia. Le pagine lasciano sempre il sorriso e la voglia di andare alla successiva anche grazie ai personaggi che hanno caratteristiche che catturano simpatie o antipatie ma non lasciano mai indifferenti. E' davvero piacevole sorridere con il sarcasmo di Monterossi e trovarsi catapultati nelle sue vicende. Come si è intuito, libro che consiglio davvero.
CINQUE CITAZIONI
1 - "...ha perso il controllo. L'odio fa di questi scherzi. L'odio ti fotte..."
2 - "....Carlo sa che se suona il citofono non c'è dubbio: è un rompicoglioni. I citofoni li usano i testimoni di Geova, quelli che vendono Lotta Comunista, la polizia e ora non gli viene in mente nessun altro....."
3 - "..."...non so se avete mai diviso lo stesso spazio con una tigre selvatica, molto affamata, incazzata, nervosa, che vi odia, che non si fida di voi, che si sente minacciata e che sta pensando di sbranarvi. Ecco, immaginate Carlo in cucina con Nadia. Uguale..."
4 - ""...ha un sorriso che annuncia a tutti: da ora in poi ci sarà il sole sempre. Vabbè un po' di pioggia per l'agricoltura ma solo in campagna..."
5 - "..ma ci sono delle albe, ma neanche troppo raramente, in cui un azzurro cilestrino che toglie il fiato si litiga l'orizzonte con un rosa che non vuole andarsene, ed è una danza che vale la pena vedere.."
Mia personale VALUTAZIONE: ****° - quattro stelle e mezzo su cinque

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