Intento a passeggiare per quel parco che non aveva mai preso troppo in considerazione, si trovò ad allargare il proprio giro mosso da un chissà quale istinto. Mentre ascoltava quel podcast satirico (a tratti sarcastico) che tanto sciacquava il suo cervello nei momenti in cui aveva bisogno di staccare da pensieri ingombranti, si trovò in un piccolo spazio chiamato "il cortile degli assenti". Il piccolo giardino nel giardino era delimitato da quattro panchine di colori diversi. I colori della pace, il bianco, i colori rainbow, il rosso. Ognuna identificata da una targa che spiegava che quella panchina era lì per far sedere il ricordo di vittime di atrocità avvenute per folli motivi diversi. Rimase colpito e rimase a guardarle. Tutte. Poi il suo sguardo venne catturato da quella rossa ed è lì che si accese il ricordo di Pamela e di quella lezione di vita. Gli sembrò di sentirla parlare adesso, con quella voce dolce ma tremendamente profonda ed "UNA FITTA ALLONTANATA" per molto tempo tornò a fargli scomoda compagnia. Ci si avvicinava alla giornata internazionale contro la violenza delle donne allora come in quell'istante e mentre parlavano delle iniziative che si stavano organizzando lei gli disse: "vedi, fin quando il 25 novembre sarà UNA giornata in cui si considera le donne come si fa con le cose che meritano un briciolo di attenzione sporadico per poi riporre nell'angolo nel quale si pensa meritino di stare, sarà quasi peggio che meglio". Lui non riusciva a capire il perché e quella posizione gli risultò eccessiva ma conoscendo lo spessore di Pamela attese il resto della spiegazione. "vedi, fin quando a farci PAT PAT sulla testa una volta l'anno, facciamo due con l'otto marzo, saranno quelli che durante tutto il resto dei giorni ci considerano quelle che in fondo se la sono cercata per una gonna più corta o un rossetto più accesso questo giorno sarà la nostra sconfitta più che la nostra vittoria. Estremizzo. Ti ricordi Marina? La ragazza che lavorava nella ditta di fronte alla nostra? Non le ha creduto nessuno, nessuno ha fatto niente, nessuno le ha mostrato vera solidarietà, nessuno si è astenuto da mettere in giro voci sul suo presunto essere facile, nessuno l'ha considerata attendibile quando ha denunciato il compagno geloso. Poi il 13 ottobre in quella chiesa davanti a quella bara erano tutti travestiti da coccodrilli dalle lacrime facili". Fu lì che lui ebbe quella sensazione di mancanza d'aria che raramente avrebbe provato successivamente. Si sentì infilzato da quelle accuse perché quei commenti li aveva sentiti anche lui e pur non partecipando ai discorsi non aveva alzato la voce chiedendo il rispetto per Marina ed in fondo per tutte le donne. Guardando quella panchina quella fitta allontanata per tanto tempo si fece di nuovo sentire, forte come all'epoca. "vedi, lo so bene che mi date tutti della femminista polemica e che non andate troppo oltre prendendomi in giro anche sul mio aspetto fisico solo perché ho un bel culo, ma davvero fin quando non si capirà che ogni mancanza minima/media/grande verso una qualsiasi donna deve riguardare tutti - donne e uomini - e tutti i giorni, il 25 novembre sarà la festa internazionale dell'ipocrisia". Per poi concludere "vedi, il paradosso è che io mi devo sentire fortunata come donna perché in 40 anni ho "solo" guadagnato meno di quanto meritassi, fatto meno carriera di altri colleghi maschietti, aspettato l'ultima promozione due/tre anni in più di un percorso già ritardato perché "eh sai sei incinta...", sentito commenti più o meno sboccati su quanto e come fossero frequenti e lunghe le mie riunioni con il capo. E perché? Solo perché sono donna. E davvero sono fortunata in paragone a Marina o a molte altre anche "solo" importunate e/o molestate. E questa è la vera tragedia." Quei vedi li risente tutti davanti a quella panchina e gli scappa un sorriso malinconico. Pamela, che alla fine quei motivi di fortuna li aveva sbattuti in faccia al capo sbattendo anche la porta e provando a far valere i propri diritti denunciando quello che riteneva ingiusto. Il primo risultato? I commenti "da quando ha smesso di fare le 'riunioni' con il capo si è impermalita". L'ennesima conferma della correttezza della sua tesi. Il sorriso si fece amaro sul suo volto e quella fitta tornò prepotente. "più fortunata di Marina" ripensò a quelle quattro parole. E quella fitta picchiò più forte. Tanto. E quella panchina divenne più rossa, almeno ai suoi occhi.

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