Onestamente non mi ero mai avvicinato a “testi teatrali" o meglio monologhi scritti per essere “recitati”. I libri che vanno aldifuori di “storie” o romanzi sono di solito scartati dalle mie scelte, non per sfiducia negli autori ma per sfiducia nella mia capacità di “legarmi” a quel tipo di libro. Spesso è capitato di iniziare ma poi il non sentirmi coinvolto troppo dal libro mi fa procedere stancamente ed a rilento nella lettura. Le eccezioni sono rare. Ricordo ad esempio “Gomorra” di Saviano o “Tenetevi il miliardo” una sorta di biografia romanzata di Cristiano Lucarelli, libri totalmente diversi ma che mi hanno “preso” da leggerli di un fiato senza fatica anche se una vera e propria “trama da romanzo” non c’era mentre ricordo più “faticosa” la lettura ad esempio di “Voi non sapete” anche se di Camilleri che raccontava i pizzini usati da Riina e Provenzano per comunicare con i picciotti del clan. Il libro di Vichi è sì un monologo teatrale ma le pagine “SFUMANO VELOCI COME LE” immagini di un romanzo, forse è per quello che il libro mi ha “preso” e l’ho letto volentieri e rapidamente (questo anche perché è veramente mini). Sono due monologhi diversi, dalle storie diverse che si toccano solo per pochi aspetti e per alcuni elementi somiglianti. Hanno la differenza di essere incentrati uno su un uomo ed uno su una donna e la condivisione che entrambi i personaggi sono vittime di nevrosi esasperate e protagonisti di atteggiamenti che sfogano il proprio rancore maturato in anni per varie vicende. Nei due monologhi queste caratteristiche si riaffacciano in gesti quasi isterici o maniacali e parole di cui, in alcuni momenti, sembra anche di cogliere intensità e violenza. Le nevrosi hanno appunto tratti comuni nell’atteggiamento e nelle parole dei protagonisti ma vengono legate solamente da un filo sottile nella trama dei due monologhi per poi esplodere in maniera diversa…dalla paura di non sapere organizzare nemmeno una cena per amici alla rabbia repressa per la famiglia che esplode alla semplice lettura di una lettera…..a dividerli sembra esserci un abisso in realtà c'è soltanto una parete di un condominio....
BIGNAMI: l'impatto coi monologhi teatrali è stato positivo...un piccolo volumetto, due monologhi “nevrotici” ma veloci….ed una penna come sempre ben usata dal fiorentino Vichi….
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