Kiave di lettura n° 299 |
Nel piattume tendente (anzi ormai quasi arrivato) all'abisso della politica attuale, che coinvolge purtroppo anche una mancanza di vera spinta "sociale e civile" compatta e degna di questo nome, nei giorni scorsi è venuta a mancare una figura che evidenzia ancora di più lo stato dell'arte attuale.
Rita Borsellino aveva lo sguardo fiero delle persone ferite che non hanno intenzione di abbassare la testa. Aveva la voce chiara e netta di chi crede nel contenuto profondo del messaggio che porta avanti e di conseguenza non ha bisogno di parole fuori luogo o toni fuori scala. Aveva concetti, principi e moralità che ha provato a trasmettere, riuscendoci purtroppo con troppa poca gente.
La forza del suo messaggio era talmente forte che diceva di essere rinata in quel 19 luglio che le aveva strappato il suo Paolo giorno dal quale per lei "NIENTE E' STATO COME PRIMA". Rinata in quel tragico giorno, perché non poteva "non essere così" ai suoi occhi. Non poteva non seguire quella strada che il suo senso civico e morale le indicava come "obbligata". E così è stato da quel giorno. Da quel 19 luglio di cui ancora questo "belPaese" si vergogna di trovare la verità, perché troppo pesante, perché troppo ingombrante, perché troppo "costosa". Perché non adatta ad un Paese troppo lontano dalla fierezza dello sguardo di Rita Borsellino.
Il modo migliore per ricordarla credo l'abbia trovato Nando Dalla Chiesa oggi sul Fatto Quotidiano, nell'articolo che trovate qui sotto.Buona lettura. Ciao Rita.
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