venerdì 30 novembre 2018

Decreti e paure

Kiave di lettura n° 314
Dopo un po' torno ad occuparmi di quella che resta la mia tipologia di Kiave di lettura preferita. Ecco quindi il mio personale "parere" su un libro letto un po' di tempo fa.
ANTONELLO CAPORALE - "Matteo Salvini - Il ministro della paura" - Paper First
In questi giorni di approvazioni di decreti (cosiddetti) di sicurezza in cui il ministro (sigh all'ennesima potenza) dell'Interno è sulla bocca di tutti ed al centro dell'attenzione mediatica (del resto come se non ci fosse mai) mi è venuta voglia di commentare il libro di Antonello Caporale dedicato proprio a quello che l'autore definisce come "il ministro della paura"
Il libro riprende i percorsi di avvicinamento al potere del leader leghista e li analizza con i riferimenti oggettivi dati dai numerosissimi materiali a disposizione in rete e non solo, frutto dell'incontinenza verbale e comunicativa del suddetto. Lo stile praticamente in loop di trovarsi un nemico e puntarlo con definizioni violente ed esasperate è il suo marchio di fabbrica. Prima i meridionali, poi i rom, poi gli extracomunitari "generalizzare, amplificare, indurre a trasformare il colore della pelle come marchio d'infamia, timbro assoluto, misura e cifra identitaria di una razza". Ma non solo, l'Europa aguzzina piuttosto che le tasse asfissianti di Governi vampiri. Come ben delinea Caporale, quello che è fondamentale è incutere terrore con un motto che trasforma il "NIENTE PAURA" del mio Poeta in "attenti! PAURA" di stampo leghista. La sua avanzata, con il motto in questione accentuato dal corollario "Salvini ha una ideologia...forte e terribile...l'ideologia dello schifo...", è partita con la capacità (ma siamo davvero sicuri sia tale?!) comunicativa di essere martellante ben oltre la petulanza nella quale lo stesso autore del libro nota (con diverse ragioni) una "spiccata somiglianza con l'altro Matteo".
Nelle analisi del libro emergono chiare anche le facilitazioni avute dalla parte politica "avversa" che in realtà in molti momenti così lontana non è apparsa e non appare, uno per tutti l'esempio della scelta dei criteri prioritari di assegnazione per le case popolari messa in atto dal sindaco (pd) di una città di cui ho sentito vagamente parlare, per niente lontani dai principi di fondo della politica dello stesso ministro, tanto da far venire automatico il paragone "anche nel sindaco di Firenze Nardella scorgiamo un po' di Salvini".  L'analisi è precisa, dettagliata e soprattutto sui fatti. Emergono le clamorose inversioni ad U (tanto per citarne solo una ad esempio quella che parte dal "terroni quanto puzzate" cantato quando la Lega era ancora per l'indipendenza della Padania e che arriva alle foto social attuali con felpe di città del sud ed apprezzamenti per cibi e costumi di Puglia piuttosto che Calabria) e soprattutto le sottolineature intelligenti di una persona di spessore che non può non evidenziare quanto sia pericolosa la politica del ministro dalla felpa facile, in mille suoi aspetti, dai più evidenti e noti (politica immigrazione e politica sicurezza) a quelli più sottotraccia nel normale processo comunicativo "non è già solo immaginare il confine della competenza dentro il dolore di questo particolare gruppo sociale il nuovo ghetto?...non più pari opportunità ma dicastero per i disabili, luogo di concentramento delle sfortune, governo del ghetto fisico e mentale...come se domani si abolisse la legge Basaglia e si riaprissero i manicomi con l'intento di fare star meglio i "cosiddetti" matti".
La paura, Salvini è riuscito ad infonderla benissimo, leggendo questo libro si capisce quanto; sfogliando peró le pagine cresce a dismisura soprattutto la sensazione che di altra paura ci dovremmo preoccupare, per la precisione del fatto che questo Paese sia in queste mani... o meglio in queste felpe.
BIGNAMI: i libri di PaperFirst non sono facili da affrontare. Servono pazienza e voglia, e sempre di più invece a farsi sentire è la fatica ad immergersi in certi argomenti (visti gli andamenti italici). Ma ne vale sempre la pena, perché lasciano sempre qualcosa, anzi regalano sempre molto. Valutazione: quattrostelleemezzo su cinque.

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