Kiave di lettura n° 357 |
Un quasi ritorno per la kiave di lettura di questa settimana. Dopo infatti la "puntata" dedicata alla capitale (clicca qui per leggere le mie impressioni su quel libro) ecco la nuova tappa dei matti.
Il repertorio pratese dei matti ho avuto la fortuna di vederlo presentato un po' di tempo fa direttamente da Paolo Nori, in quel del Gradisca che ha avuto il coraggio anche di ospitare la presentazione di un altro libro....quello dalla splendida copertina (clicca qui per quella serata da sogno per la quale non ringrazierò mai abbastanza).
La bellezza e la stranezza di questi libri che fanno il "giro d'Italia dei repertori" è che pur conoscendone la traccia "tranne me e te, tutto il mondo è pieno di gente strana. E poi anche te sei un po' strano" e più o meno la struttura di quello che puoi trovare aprendo il libro "una ventina di persone diverse che scrivono tutte nello stesso modo come se fossero dei cronisti medievali", quello che poi davvero ti trovi a leggere è sempre nuovo e sempre capace di strapparti un sorriso. A volte pieno "uno faceva il portiere e quando entrava in campo, al Lungobisenzio, si portava un pacchetto di sigarette e lo appoggiava per terra dietro il palo della porta, che se l'azione era lontana poteva farsi due tiri", a volte a metà "uno che faceva l'elemosina, invece di chiedere qualche spicciolo come altri, chiedeva direttamente "un tu c'hai mica cent'euro?"", a volte dalle venature romantiche "ce n'era uno che quando guidava se incontrava un piccione sulle strisce pedonali si fermava per farlo attraversare". "TRA REALTA' E FANTASIA OGNUNO C'HA IL SUO NOME" o meglio il suo "e poi c'era quello" che introduce ogni nuova storia che parte in questo caso dalle manie o particolarità specifiche "aveva un sacchetto per ogni cosa e l'apice lo raggiungeva col sacchetto per i sacchetti" dall'accento noto "ma allora perchè tu li metti tutti questi asciugamani? E son per belluria" ma soprattutto dallo spirito toscano "uno sosteneva che maggior fortuna sarebbe se in Italia ci fossero meno italiani e più toscani; pensava anche il solo difetto dei toscani fosse quello di non essere tutti pratesi". Se al tutto viene aggiunto anche un omaggio che è una vera chicca "la mortadella è buonissima, un c'è niente da fare è proprio bona. La mortadella è comunista. Il salame, socialista. Il prosciutto, democristiano. La coppa...liberale. Le salsicce, repubblicane. Il prosciutto cotto è fascista. E la finocchiona....(dopo lungo dibattito)....radicale" beh allora il gioco è fatto e non resta altro che scorrere tutto il repertorio pieno di "c'è uno" e "c'era uno" lasciandosi trasportare da stile e immaginazione e con la voglia di individuarne contorni più o meno noti e più o meno vicini a personaggi o storie di altri repertori o vite.
BIGNAMI: nel repertorio di Roma c'era la ciliegina sulla torta del pezzo (più di uno) dell'inviato romano, questo repertorio senza quella ciliegina arriva comunque a 4 stelle e mezzo su cinque.
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