Arriva ottobre e come per magia (nera direi) alle notizie di attualità (anche queste non proprio coloratissime) si affiancano aggiornamenti che in questo periodo sono dei veri e propri evergreen.
Cominciano le prime giornate piovose e "QUELLA SPONDA DI GHIAIA CHE ALLA PRIMA ALLUVIONE VA GIU'" diventa un ritornello maledettamente identificativo di molte parti d'Italia.
In questo preciso momento è soprattutto la zona cuneese del Piemonte ad essere la più colpita: è già stato ritrovato il corpo di un trentaseienne e sono quasi trenta i dispersi. Ma non solo in Piemonte purtroppo. In Valle d'Aosta un vigile del fuoco volontario è morto a causa di un temporale che ha fatto cadere un albero. In Emilia e Liguria molti fiumi sono sotto osservazione e non lasciano tranquilli, così come lo stato di ponti in vari punti delle regioni (due già crollati).
Se è vero come dice sempre mia mamma che "il tempo non lo ferma nessuno" , frase che usa sia per il meteo che per gli anni che passano, è anche vero che la situazione di emergenza che si determina ogni volta all'arrivo di cambi di stagione particolarmente intensi o di forti perturbazioni dovrebbe far riflettere e non poco.
Ci saranno per qualche giorno i soliti commenti commossi, ad essi si affiancheranno le immancabili polemiche delle parti politiche che a turno si scambieranno i ruoli di accusatori ed accusati in base alle diverse amministrazioni interessate, per concludersi con le solite promesse a portata di hashtag #perchènonsuccedamaipiù. Poi il clima atmosferico cambierà un po' e tutto verrà comodamente archiviato nel solito cassetto delle esperienza già vissute, pronto ad essere ri-aperto al ripetersi puntuale delle situazioni.
Ovviamente non sono un esperto né ho conoscenze tali da poter dire se quanto e come il livello dei nostri territori è pronto ad assorbire certe scariche d'acqua e certi temporali. Né tanto meno ho competenze per ipotizzare soluzioni sostenibili. Però, cercando di informarmi in modo costante, so che questi argomenti non interessano praticamente a nessuno, salvo in questi giorni di tragedia. O meglio non vengono posti all'attenzione generale e le classi dirigenti coi paraocchi non avendo ritorno a cavalcarli ovviamente li accantonano appena terminate le polemiche da copione. La cosa che colpisce di più è la totale miopia nei confronti di argomenti che dovrebbero essere invece di clamoroso e costante interesse. Banalmente perché "se non abbiamo interesse per le condizioni in cui si trova il luogo in cui viviamo non abbiamo interesse per la nostra stessa vita". Non sarebbe difficile da capire. Specialmente in momenti del genere. Ma evidentemente è un ragionamento troppo alto e senza ritorni monetizzabili per chi cerca consensi e percorsi rasoterra.
Un abbraccio a chi ha subito danni e lutti ed a tutti quelli che vivono momenti di ansie e di paure (ulteriori) per le condizioni e le previsioni intorno a sé.
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