domenica 9 ottobre 2022

Utopie necessarie

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 508
Prima erano le pistole. Poi i fucili. A seguire le invasioni. Dopo i missili. Per arrivare alle bombe. Ed infine il pericolo nucleare.
Come spesso accade, l'umanità progredisce ma non capisce. Distinzione che appare minimale ma che invece risulta basilare per cercare di arrivare ad avere una risposta, dove però purtroppo una risposta non è possibile rintracciare. Così il ragionamento diventa un pensiero "TOSSICO SEMPRE DI COSE CHE NON SONO" comprensibili.
Nel 2022 siamo ancora a rincorrere posizionamenti, schieramenti e minacce di quella che è la più brutta parola di ogni vocabolario: guerra. Anzi. Siamo uno step oltre. Un gradino ancora più basso verso gli inferi. 
In un rincorrersi di voci e di previsioni infatti in questi giorni sembra diventato concreto e terribilmente praticabile l'utilizzo di armi nucleari e di qualcosa che mette angoscia anche a nominarla: l'atomica.
E perché siamo arrivati a questo? Colpa di un pazzo, certo. Ma cosa è stato fatto per provare a rendere inoffensivo questo squilibrato o almeno a limitarlo? Cosa, dopo che la guerra è cominciata, è stato concretamente messo sul tavolo a livello di tentativi di accordi, negoziati e risoluzioni?
E' normale pensare che non è possibile assecondare richieste o prepotenze di un politico tale. Ma è altrettanto auspicabile che chi è diverso, o si considera tale, non finisca per fare il suo gioco creando un contorno tale che quanto messo in campo da Putin abbia quel fragore che lui sogna.
E' giusto ribadire in ogni istante chi è l'aggressore, chi l'aggredito, chi il carnefice e chi la vittima. Senza creare distinguo o equivoci in tal senso. Ma sarebbe altrettanto corretto e soprattutto utile non fermarsi a questa evidenziazione se davvero c'è interesse a scongiurare un ulteriore peggioramento di una situazione già brutta a livelli evidenti e notevoli. Anzi impensabili.
Per questo motivo non dovrebbe essere tralasciato niente, né dato per scontato alcun tentativo. Ma soprattutto dovrebbe cominciare una stagione nuova in cui sarebbe necessario stravolgere il concetto di forza, di guerra e di risoluzione dei conflitti. Un mondo in cui finalmente la guerra fa orrore e l'atomica si trasforma in una parola priva di significato. Senza mirare a questo obiettivo ci sarà sempre un folle come Putin che penserà di poterle usare quelle parole (e non solo) ed una serie di politici "piccoli" che non sapranno prima come contrastarlo poi come trovare risposte all'altezza e strade percorribili per dialogare o creare soluzioni.
Per questo bisogna convincersi che il momento è adesso per passare da triste realtà a utopie faticose ma necessarie, inseguendo gli insegnamenti di chi dovrebbe rappresentare costantemente un esempio.
"...la più aberrante in assoluto, diffusa e costante violazione dei diritti umani è la guerra, in tutte le sue forme. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega tutti i diritti umani.
Un mondo senza guerra è un’altra utopia che non possiamo attendere oltre a vedere trasformata in realtà..."
Gino Strada

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