#KdL - KIAVE di LETTURA n° 517 |
Durante la partita mondiale ricca di gol, emozioni, botte e sfottò dell'altra sera tra Olanda ed Argentina è andata in onda in realtà una tragedia.
Non sportiva, ma di vita.
Mentre Messi e Van Gaal se le dicevano di tutti i colori e l'albiceleste metteva a dura prova le coronarie del paese sudamericano tutto e di Adani in telecronaca, nelle tribune dello stadio accadeva purtroppo un evento che ha fatto passare tutto in secondo piano.
Infatti, Grant Wahl, cronista americano della CBS, durante i tempi supplementari di questo quarto di finale è caduto in terra in tribuna stampa a causa di un malore. A nulla sono servite la mobilitazione dei colleghi e l'assistenza sanitaria chiamata ed arrivata. Evento tremendo che, oltre per la drammaticità dell'evento, mi ha colpito anche per un altro aspetto.
Lo stesso Grant infatti aveva fatto parlare di sé perché durante una partita precedente sempre di questo triste mondiale era riuscito a far valere la propria idea. Quella di difendere dei diritti. Quella di manifestare la contrarietà al regime "ospitante" attraverso un piccolo/grante gesto, quello di mantenere addosso la maglietta arcobaleno a sostegno dei diritti LGBT. Dopo le difficoltà a causa dei divieti della vigilanza era riuscito nel suo intento, andando però incontro a minacce per il suo sostegno alla causa.
Dal punto di vista clinico, Grant Wahl aveva accusato malesseri da stress (già evidenziati in passati evidenti particolarmente intensi) e difficoltà di tipo respiratorio che erano stati ricondotti (dall'ambulatorio presente negli stadi di riferimento) ad un inizio di bronchite da curare con sciroppo ed antinfiammatori.
Il fratello ha commentato invece il fatto in modo molto diverso. Accorato e personale è stato il suo intervento per comunicare la vicenda, rivendicando il motivo della vicinanza alla causa da parte del giornalista come un gesto di sensibilità nei suoi confronti, gay dichiarato. Lo stesso Eric, fratello della vittima, ha anche aggiunto che aveva sentito Grant e che nonostante i malanni accusati era in salute, aggiungendo infine "non credo sia morto, credo l'abbiano ucciso".
Io non mi voglio accodare a quelli che "NE SANNO UNA LORO VERSIONE". Credo che le cause saranno evidenti a breve e voglio credere e sperare che sicuramente sarà stato solo un triste e tragico evento ed una casualità altrettanto drammatica.
Comprendo però a pieno il dolore sordo del fratello che in un attimo ha visto spegnersi la luce di qualcuno che amava e che gli aveva dimostrato pochi giorni prima impegno e sostegno. Totale anche a costo di rischiare del proprio. Le sue accuse le motiverà, se ne avrà la forza. Ma quel dolore invece non lo consolerà nessuna motivazione che gli verrà data.
Per questo credo che ad Eric debba arrivare il nostro abbraccio ed a Grant, nel giorno di Messi, un sincero applauso ed un gran bel ricordo in un mondiale ancora più triste dopo questo evento.
Nessun commento:
Posta un commento