#KdL - KIAVE di LETTURA n° 543 |
Giugno è il mese del pride. Lo è diventato prendendo spunto da un fatto accaduto a New York nel 1969 dove in un bar la polizia si rese protagonista di un'irruzione che travalicò nel razzismo nei confronti dei frequentatori gay del locale. Una delle tante. La cosiddetta goccia che fece traboccare il vaso e che innescò una serie di proteste e manifestazioni. Da allora, più o meno, questa storia viene ricordata ogni anno e la diffusione delle celebrazioni ha iniziato ad andare oltre le mura a stelle e strisce.
Ieri a Roma è sfilato il pride delle associazioni LGBTQ+ e di molte, moltissime persone che hanno fatto sentire la propria voce per i diritti, personali e di tutti. Senza però il patrocinio della Regione Lazio, ritirato perché "gli organizzatori sostengono l'utero in affitto". Rimarcando anche "se chiedono scusa e non intaccano più la morale comune torneremo a dare il patrocinio". Della serie "POTRESTI FARE SOLO UN PO' PIU' PIANO" "o come diciamo noi" e tutto andrà bene. Chissà quando hanno dato il patrocinio se avevano vagamente idea di quelle che erano le idee di manifestanti ed organizzazioni. Fatto sta che ieri chi ha sfilato lo fatto senza il favore e l'ok della Regione. Una bella marea di dissidenti a vedere le immagini.
Di più. In questo periodo di governo insediato dopo le elezioni, la cosiddetta aria che tira, puzza di stantio e di battaglie di retroguardia che mettono in mostra cose ben poco piacevoli ed accentuano un clima che tutto è meno che divertente. La sfilata di persone che nel 2023 devono ancora far sentire la propria voce per veder riconosciuti diritti basilari e "semplici" come la libertà di amare e quella di essere considerati come chi è visto non come diverso, è già di per sé indice di una vergogna senza fine. Se poi quello di poterlo fare (cosa almeno per ora ancora concessa...) con il riconoscimento della Regione è vincolato al chiedere scusa rispetto alle proprie idee - da tempo note - e ritirarle a richiesta, capite bene che l'aria che tira viene confermata con un odore ben poco gradevole.
Ovviamente c'è in tutto questo anche la battaglia politica e mi vien da ridere a scriverlo e pensarlo. Figuriamoci se poteva mancare una presa di posizione per il tentativo di accaparrarsi quello 0,qualcosa. Sì perché è innegabile che chi ieri era su quei carri (opposizioni stranamente e finalmente tutte unite) o a sostenere la manifestazione abbia cultura ed idee ben diverse da quelle adesso "di maggioranza". Ma altrettanto innegabile è che gli stessi che protestano adesso contro le iniziative governative, quando erano loro al Governo non hanno messo nelle condizioni certi diritti o certe tutele di non essere attaccati dal primo illuminato neofascista del caso. Anzi. Non hanno né allargato né minimamente "normato" valori e diritti che sventolano adesso da quei carri. Da dove, evidentemente, erano scesi. Adesso che ci sono risaliti quei carri sono più belli. Speriamo che sia mantenuto bene a memoria il tutto se/quando torneranno a sedere sopra le sedie decisionali.
Nel frattempo continuano le discriminazioni, le violenze, le evidenti mancanze di tutele e diritti. Ma come sempre ci diranno che ci sono altre priorità (come se quelle venissero affrontate tra l'altro), che in fondo alcuni diritti ci sono e quindi "che se li facessero bastare", che su certe cose esiste la morale comune contro cui non si può andare e se accade si deve chiedere scusa. Umilmente. Come sudditi al padrone. Perché in fondo questa è la loro visione, quella di una "gentile concessione" lasciata al cuore di chi ha dalla sua potere e/o status di non diversi. Ed invece si tratta di Diritti. Universali.
Ma vai a farglielo capire.....
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