#KdL - KIAVE di LETTURA n° 561 |
Son sincero non ce la faccio.
E' già da un po' che non sono molto attento a quello che succede "nel mondo", adesso credo di aver toccato il livello più basso. Quello che addirittura tende al rifiuto.
Come provo a guardare un po' quello accade e che viene riportato da giornali e/o siti internet e/o telegiornali il mio livello di sopportazione e/o di tenuta non tiene e crolla miseramente dopo pochi istanti.
Quello che continua ad accadere in Ucraina, le tragedie italiane basate soprattutto su femminicidi e morti sul lavoro, quello che accade tra Israele e Palestina. Tanto per fare tre esempi di una purtroppo più lunga serie. Un frullato di notizie che fanno di tutto per "PETTINARCI LO STOMACO" nel modo più arruffato possibile.
Ed evidentemente questo non è il momento per me per cercare gli approfondimenti o provare a resistere allo stravolgimento che accompagna certe notizie. Quando, nei rari sprazzi di desiderio informativo e conoscitivo, il tentativo lo faccio, dopo aver superato le immagini strazianti che non mancano mai, mi imbatto in analisi trite e ritrite dove l'ego personale e il cosiddetto contradditorio prevalgono su informazione e notizie.
Già, perché le opinioni devono essere tutte rappresentate anche quando dicono cose irreali o non basate sui fatti. Anche quando sono deliranti alla luce della concretezza della situazione e della realtà: non importa, ci deve essere chi dice bianco e chi dice nero anche se oggettivamente il colore è bianco ed al limite ci si dovrebbe interrogare sul perché lo è.
In questi giorni rimbalzano ovviamente ovunque le notizie della tragedia che si sta sempre più accentuando nel territorio israelo-palestinese. L'orrore per le stragi, gli omicidi, i rapimenti, i raid. Io provo ad ascoltare qualcosa ma non riesco ad andare oltre i cinque minuti. Ascolto la giusta indignazione per quanto accaduto per mano di Hamas che poi prosegue nella giusta condanna totale di ogni atto di questa portata. Poi dovrebbe partire l'analisi ma invece è solo un florilegio di posizioni precostituite che farebbero anche sorridere se non ci fosse una tragedia del genere come oggetto. Opinioni e tesi, ognuna ovviamente considerata da chi le racconta non come visioni personali ma come unica realtà dei fatti, che appuntano sovrastano il tentativo di trovare percorsi di studio del momento e della situazione.
Ammetto di conoscere pochissimo, forse niente, della vicenda che riguarda Israele e Palestina. Non mi permetto per questo di esprimere opinioni o peggio ancora di rivendicare come verità assoluta le sensazioni che posso provare. So però che le terribili stragi di questi giorni non sono le sole accadute da decenni, so che non sono in un verso solo, so che la situazione è molto meno "evidente" di come prova a far credere qualcuno. Chi fa cadere dall'alto una incontestabile realtà in base ad una lettura totalmente parziale della cosa, non interessandosi della concreta realtà dei fatti ma occupandosi solo di sembrare il tuttologo che anche in questa occasione fornisce il verbo. Ed allora, ammetto, tendo a "cambiare canale" o sito o chiudere le pagine del giornale.
Orripilato dagli eventi tragici. Schifato da come vengono "fintamente" affrontati.
Mea Culpa. Lo ammetto. Ma va così.
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