#KdL - KIAVE di LETTURA n° 622 |
Ieri sera si è praticamente paralizzata una città. Trovandomi in parte nel mezzo del delirio mi son chiesto dove fossero gli incidenti/intoppi che rallentassero ogni via di accesso alla parte nord, blocco che si ripercuoteva su tutte le restanti zone. Perché, credo non sia la sola, a Firenze basta un minimo intoppo in una parte della città e magicamente zone che sembrano disinteressate all'evento si impantanano alla stessa maniera. Ho cercato notizie, verificato, tentato di capire ma niente. La sola motivazione di ieri sera era quella più banalmente indicata dal calendario: era il venerdì prima di Natale. Fine.
Vero? Coincidenza? Qualcosa che invece è sfuggito? Beh in questo caso la totale attendibilità della notizia non è così fondamentale ma solo uno spunto per una riflessione da post.
Ieri mi è capitato di passare qualche ora in più in macchina per alcuni giri ed ho osservato una sorta di delirio collettivo, già intuito nei pomeriggi precedenti. Ditte di trasporti che rincorrono i minuti per tutte le consegne, genitori che accompagnano i figli ad ogni evento prenatalizio, collettività alla ricerca del "ninnolo" finale dei propri regali. "VIENI QUI E GUARDA FUORI" mi sono detto e così ho fatto. Li ho osservate tutte queste simil formiche impazzite, tra un'invocazione rispettosissima del Santo Natale ed un osanna nell'alto dei cieli per i tempi di percorrenza che raddoppiavano ed i rischi da manovre azzardate che erano dietro l'angolo. E mi sono chiesto: "ma non ci accorgiamo di quanto siamo tutti rin*****oniti?".
Sì sì, tutti eh, me compreso che ieri non ero in giro a far regali ma che non mi tolgo dalla massa dei sopra definiti. Arriva questo periodo dell'anno e sembriamo tutti totalmente rapiti da questa magia, che di magico però non ha un tubo. Rincorse inutili a chiudere tutte le cose sospese lavorativamente perché la fine dell'anno sembra la fine del mondo o la scadenza di una chissà quale valutazione generale quando poi il primo gennaio tutto è lì di nuovo ad aspettarci immobile come l'abbiamo o meno ultimato e della valutazione interessa il giusto e l'onesto a tutti. Emergenze di regali da fare a persone con le quali non ci rivolgiamo neanche mezza parola se non probabilmente dall'augurio tanto "sentito" scambiato al precedente Natale. Eventi creati appositamente per far gli auguri ed attestare vicinanze e stime che durante l'anno sono state ampiamente e costantemente messe in cassetti chiusi a chiave e ben allucchettate. "Spirito natalizio e comunanza" e "tutti più buoni" come unico loop generale da ripetere e tatuare sulla pelle, ovviamente senza minimamente interessarsi della declinazione pratica. La rincorsa al "oh mi raccomando vediamoci prima di Natale eh" che dovrebbe prevedere una partenza da ottobre per programmare tutto con tutti. E l'immancabile delirio tutto intorno che provoca code, sbuffi, corse, rincorse, spese inutili, ipocrisie a sacchetti da dieci kg. Ma al tutto ovviamente non ci si può sottrarre, ci mancherebbe altro. Ed a me viene solo da pensare a "Benvenuti in casa Gori" ed alla definizione più saggia mai sentita da qualcuno di molto saggio "tanto prima o poi passa anche Natale". E magari questo delirio collettivo avrà fine.
Fino al prossimo...
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