sabato 18 gennaio 2025

Pericoloso disinteresse

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 626
C'è un Paese che di bello ormai ha poco più che la definizione, forse qualche spunto di varia attività e sicuramente un patrimonio artistico e paesaggistico che più o meno la Natura ed i secoli precedenti ci hanno regalato più o meno senza meriti, o almeno diciamo non recenti.
La cosa che incute una sorta di clamoroso sbalordimento è che l'andamento ed il sentire generale si sta pericolosamente appiattendo in modo simile a quello di questo blog. Non è una megalomania eh, anche se proprio questa settimana queste pagine virtuali hanno festeggiato sedici anni di attività costante e ne vado molto fiero. Da tempo infatti sento e scrivo un di un crescente disinteresse verso le "azioni politiche" (intese in senso molto ampio) e le vicende che in qualche modo "fanno capo" a quella sfera lì. Questo spazio che mi sono dato di scrittura settimanale quasi mi costringe ogni tanto ad aprire gli occhi da un sonno abbastanza colpevole e distratto. Sono oggettivamente schifato da un po' tutto quello che accade e molto molto molto disaffezionato da qualsiasi forma di concreta azione per provare a stoppare questo lento personale declino. E sbaglio perché alla fine il mio naturale istinto di non essere totalmente estraneo allo schifo che circola mi porta in un posizione intermedia che fa ancora più male. In giro la cosa è ancora più netta ed il disinteresse sociale è totale e collettivo quindi il paragone al blog calza solo in parte: in giro più che fastidio e disamore c'è un vero e proprio appiattimento della cosiddetta opinione pubblica sul "va bene tutto, madama la marchesa" . Allo stesso modo però, anche questo non è un gran bel segnale "NON LO E' PER NIENTE".
I fatti che accadono intorno alla Penisola sono sostanzialmente bollati come non di interesse perché lontani, quelli che avvengono dentro alla stessa vengono catalogati come non meritevoli di indignazione o addirittura interesse. Delle guerre in giro per il mondo è interessato poco anche all'inizio delle stesse ed alla loro partenza, figurarsi dopo mesi/anni di prosecuzione. "Sono lontane ed inevitabili viste le situazioni" quindi non hanno centralità in considerazioni, meno che mai in preoccupazioni reali. Di quanto ci accade in casa siamo troppo interessati a non impegnarci davvero ad approfondire o a non fingere di capire quanto e come certi fatti siano di una pericolosità e rilevanza generale e fondamentale.
Ci sono ministri/sottosegretari rinviati a giudizio/protagonisti di fatti riprovevoli di cui non interessa a nessuno, anche perché altrimenti si dovrebbe analizzare il fatto che sono gli stessi che da sempre hanno conflitti d'interesse e curriculum palesemente inadatti a ricoprire un tal ruolo. Ci sono fatti di cronaca che mostrano come la considerazione di sicurezza sia del tutto delegata al gusto personale di chi indossa una divisa o di chi quella divisa gestisce ma nessuno se ne sconvolge, perché in questo caso l'analisi dovrebbe essere più strutturale e rivedere la propria considerazione di priorità su sicurezza e tutela della collettività e figuriamoci. Ci sono programmazioni economiche che allargano la già immensa distanza esistente tra i diversi ceti sociali prevedendo da un lato condoni, condonetti e scudi e dall'altra aumenti che faticano ad arrivare alle due cifre, ma alla fine alla stragrande maggioranza va bene così perché siamo un paese che di condoni e di scudi (di ogni tipo) campa e si illude di crescere. Ci sono provvedimenti legislativi ulteriormente limitativi delle differenze e delle disparità a sfavore di classi/generi/categorie considerate "diverse o più deboli" ma indignarsi non si può perché rispetto a posti che fanno delle disuguaglianze il loro marchio di fabbrica qui "in fondo qualche diritto c'è" ed alla fine - vogliamo parlare chiaro? - se sono diversi/meno agiati/ai margini/più deboli, per la considerazione illuminata della maggior parte dei nostri connazionali, un motivo ci sarà ed in fondo in fondo non è che possono sperare di avere "anche loro" pieni diritti e/o non essere in qualche modo svantaggiati.
Ed allora sostanzialmente non è un grande problema tutto ciò che accade anche quando si parla di vite, salute e diritti. Alla fine basta non avere troppe complicazioni nel proprio orticello, basta non dover pensare troppo o impegnarsi anche solo a riflettere, basta rientrare nella cosiddetta categoria "dei normali" ed il gioco è fatto. Un orribile gioco. Ma questa è un'altra puntata e tanto basta.

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