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#KdL - KIAVE di LETTURA n° 635 |
Ha preso brutalmente tre brevi stralci tre di un libro intero e li ha letti con quel fare da monologhista comica che tanto le piace, infarcendoli di faccette ed espressioni macchiettistiche tanto per accentuare il senso della provocazione. Chi ha vagamente il senso della decenza e del rispetto della storia, dell'orgoglio del nostro Paese e dell'origine della nostra libertà è scattato ed ha protestato, pur rendendosi conto di essere caduto nella trappola comunicativa/mediatica ma dicendo un po' a tutti "SE TI BASTA CHIAMAMI SCEMO CHE IO ALMENO CREDO". Credere appunto in quelle cose così biecamente calpestate. Non contenta la suddetta monologhista ha preso la via di fuga nel momento più caldo della bagarre delle reazioni per poi rientrare sperando che la cosa fosse acquietata, il tempo di fare qualche faccetta (per lei) buffa di risposta alle immancabili ed ovvie contestazioni e di nuovo la via di fuga come da copione e nel dna della sua parte politica.
Quel finale di intervento le serviva per spostare l'attenzione di tutti altrove rispetto alle posizioni ambigue del suo governo e per deridere una piazza che essendo una novità non allineata e di successo non poteva non essere "spenta" in qualche modo (NB per la cronaca io non sono affatto un "innamorato" della manifestazione di orgoglio europeo organizzata da Michele Serra e che tanto ha dato noia alla presidentissima).
Per farlo andava bene anche calpestare le vite di uomini e donne che con il loro impegno e le loro visioni hanno reso possibile anche l'ascesa di una figura come la sua. E' stato più volte riportato in questi giorni un dialogo che io ho sentito citare la prima volta da Pierluigi Bersani, un vecchio confronto tra il senatore partigiano Vittoria Foa e quello fascista Giorgio Pisanò. Il primo spiegando le loro differenze al secondo sintetizzò perfettamente così: "la differenza tra noi è che se avessi vinto tu io ora sarei in galera, invece avendo vinto io adesso tu sei senatore". Purtroppo questo esempio non può essere capito dalla parte politica di cui l'amabile oratrice è leader. Immaginate un qualsiasi esponente di governo o maggioranza di fronte ad una frase così chiara, piena ed alta. Labirintite ed epistassi immediati.
Ma d'altronde è anche vero che niente di diverso ci si poteva aspettare da chi non si è mai dichiarata anti-fascista. Da chi è stata sdoganata da un precedente Re che ironizzava sugli esili paragonandoli a "luoghi di villeggiatura". Da chi ha da sempre ammirazione e vicinanza alle posizioni politiche di chi nell'epoca del "Manifesto di Ventotene" firmava ben altri manifesti.
Purtroppo l'ha fatto nell'aula più importante del Paese, con il più alto ruolo "operativo" e con il proprio gruppo di tifoseria che applaudiva anche dai banchi del Governo, cosa sostanzialmente mai vista nel rispetto di regolamenti parlamentari. L'ha fatto irridendo morti che hanno dato la libertà al suo Paese di cui dice di essere tanto innamorata, che si trovavano al confino per le loro posizioni politiche a causa di provvedimenti di un governo fascista. Perché sì, ogni tanto bisogna anche ricordarla questa parola: FASCISMO. Quella che, alle origini di questa democrazia di cui tutti godiamo (anche la battutista di cui sopra), così chiaramente era stata definita.
Già. In fondo si tratta proprio di quelle. Origini. Ed ognuno ha le sue, che poi porta avanti, rinnega, modifica, sviluppa, asseconda. Ecco. Io sono di origine partigiana, qualcuno è di origine fascista. Quelle come le mie, come diceva Foa, hanno permesso a tutti di avere libertà e democrazia. Quelle di altri hanno impedito per vent'anni tutto ciò ed ucciso e mandato agli arresti/confino/in ospedale chi non la pensava come loro, ed avrebbe continuato. Purtroppo oggi si permette anche ai secondi di essere fieri delle loro, bullandosene in aule parlamentari. Fieri evidentemente di quel fascismo che non riescono proprio a rinnegare e che invece la Costituzione coì bene inquadrava. Ma a breve, vedrete, anche quella verrà letta come monologo comico ed irrisa, con tutti i padri costituenti a seguito. Solo questione di tempo.
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