#KdL - KIAVE di LETTURA n° 519 |
Finalmente! Per l'Argentina. Per Messi. Ma anche per me. Era dal 1982 infatti che non assaporavo la vittoria di un mondiale e visto che anche la mia squadra di club non è così avvezza ad alzare trofei, direi che è una vita che non mi godevo la soddisfazione di urlare per un gol con relativo inserimento della squadra del cuore nell'albo d'oro.
Partito in sordina a livello di interesse (vedi post che ho scritto ad inizio manifestazione circa un mese fa), strada facendo, "VOLENTE O NOLENTE", il Mondiale è entrato di più nei miei radar, più o meno contemporaneamente alla speranza che l'albiceleste mi potesse regalare una gioia.
Non era iniziata benissimo da questo punto di vista. Proprio l'Argentina infatti aveva steccato completamente l'approccio al Mondiale, perdendo contro l'Arabia Saudita e regalando la sorpresa (negativa) più grande di questa edizione. Poi però la squadra si è affidata al suo capitano. E lo stesso, con un talento secondo solo a quello del D10S Diego, ha portato l'undici argentino in testa al girone. Una volta arrivati alla fase ad eliminazione diretta, scontro diretto dopo scontro diretto, la squadra è stata condotta alla vittoria finale passando da due sfide interminabili con Olanda e Francia in cui l'ultimo rigore ha premiato proprio Messi e compagni.
In particolare, la finale di domenica scorsa, è stata probabilmente la più bella partita della storia dei mondiali o almeno delle edizioni recenti. Settantacinque minuti di dominio assoluto per la nazionale argentina che, inaspettatamente per il divario in quel momento in campo, ha messo in un angolo la Francia. A quindici minuti dalla fine, un rigore di Mbappé, ha riaperto la gara e lo stesso campione francese l'ha pareggiata con un'altra magia; addirittura nei minuti finali proprio quello è stato il capocannoniere del Mondiale stava per portare la coppa a Parigi. Poi i tempi supplementari dove ci sono stati continui capovolgimenti di fronte con due squadre mosse dalla voglia di vincere e non con la paura di perdere, come quasi sempre accade in partite così importanti.
Nel secondo tempo supplementare ancora Messi in gol ed ancora Mbappé a rispondergli fino alle occasioni finali. Clamorosa quella francese quando il portiere ha compiuto un vero miracolo. Sul successivo attacco argentino, nuova occasione per Lautaro Martinez, sprecata, poi il fischio finale. I rigori. E quella mano de D10S che questa volta non ha dato un pugnetto al pallone per fare un gol ma ha "annebbiato" la mira francese per la vittoria del suo erede. Per i festeggiamenti di un popolo. Per la realizzazione di una giustizia calcistica, quella di far vincere la coppa più importante al fenomeno "moderno" più grande e riportarla a Buenos Aires dopo 36 anni.
Così quello che è sicuramente stato il mondiale più sbagliato - per la modalità di assegnazione, per la scelta del Paese, per la rivoluzione delle stagioni dei campionati e dello spirito sportivo, per il non interessarsi della mancata presenza di diritti dei lavoratori e dei diritti civili nel paese ospitante, per la considerazione del pallone come solo macchina da soldi - ha avuto nel suo ultimo atto il risultato più giusto: far alzare all'erede di Diego quella coppa. Anche se si è tentato di macchiare pure questo unico bel risultato, con la "vestizione" dello stesso Messi con il bisht (la mantellina tipica del paese ospitante).
L'esperienza quindi è da catalogare come una totale sconfitta della FIFA per tutta la parte organizzativa e realizzativa di un evento che è stato completamente svuotato del suo significato sportivo. Ma come grande vittoria del secondo giocatore (con distacco verso il primo - il suo padre calcistico - e con ancora più distacco verso il terzo) più forte della storia. Meritatissima ed attesissima. Quasi come la "mia" vittoria....mondiale. ;-)
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